Una peperonata e la sua lezione su quel che basta a onorare la vita
domenica 17 febbraio 2019
Mi è capitato ripetutamente, parlando con amici dai quali ero sicuro che non sarei stato equivocato, di descrivere alcuni cibi, primo tra tutti quel certo tipo di salame casereccio, come una prova, per me, dell'esistenza di Dio. Ho trovato affermazioni simili su blog cattolicamente ispirati e molto seguiti, dal che ho tratto una certa conferma. D'altronde, in tema di "cibo e fede", o "cibo e religioni", sono state scritte migliaia di pagine di carta e milioni di pagine digitali, mentre nessuno si trattiene dall'esprimere con l'aggettivo "divino" il proprio apprezzamento per qualche piatto gustato con particolare piacere. È per questo motivo che ho letto con occhi golosi l'ultimo post che Marco Zanoncelli ha pubblicato nel suo "Qiqajon blog" ( tinyurl.com/y66upxs2 ), «piccolo spazio per custodire il senso e i sensi della vita». Dove si scopre come una peperonata possa condurre, se non a Dio, certamente a un sentimento nei confronti della vita e di ciò che può riservare a sé e ai propri cari dall'inconfondibile sapore evangelico. L'occasione è il compleanno dell'autore, che riceve e massimamente gradisce come regalo di «poter assaporare quello straordinario piatto di peperoni, pomodori e cipolle» atteso per mesi. Non si tratta infatti di una peperonata qualsiasi, ma di quella che porta «il marchio di fabbrica» del nonno, ereditato dalla mamma alla morte del fondatore.
La signora però dev'essere passata per qualche serio travaglio di salute (Zanoncelli ce lo lascia intendere quel tanto che serve, ma si capisce che la prova è stata seria), così che il suo ritorno ai fornelli e alle tradizioni culinarie di famiglia diventa il simbolo della ritrovata normalità. Ogni forchettata restituisce dunque all'autore il senso più profondo del cammino compiuto dalla mamma e dai suoi cari e di quella tappa a tavola, condita «con l'olio della letizia e degli affetti». Basta davvero poco, conclude, «per festeggiare, per celebrare la vita, per onorare l'esistenza».
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