sabato 2 giugno 2018
Un campione del mondo, anche di tabù, come l'ex ct azzurro Marcello Lippi è sempre convinto che «nel calcio non esistono omosessuali». Eppure Lippi ha allenato e vinto tanto nella Juventus, e qualcuno dovrebbe avergli raccontato la storia di un suo illustre e vincente predecessore. Se non l'hanno fatto, rimediamo noi con la figurina di Carlo Carcano. Un allenatore capace di vincere quattro scudetti di fila. Già come Max Allegri. Elegante, come il conte Max, Carcano, detto il Carlìn, era stato un ottimo portiere nell'Alessandria e poi, ancora giovane, si spostò dalla porta alla panchina. Fu Edoardo Agnelli, il papà dell'Avvocato, a portarlo alla corte della futura Vecchia Signora bianconera, nel 1930. L'anno del suo quarto tricolore consecutivo era anche quello del Mondiale del '34 e il ct Vittorio Pozzo volle Carcano al suo fianco, come vice e "psicologo" degli azzurri campioni del mondo. Un successo che fece del bel Carlìn il mister più invidiato dell'Italia fascista, che non tollerava. La gente invece mormorava delle sue tendenze sessuali, e così che con due righe in cronaca la Juventus lo licenziò. Al suo posto misero Bigatto che non ebbe problemi a vincere anche il quinto titolo. Ma anche quello era lo scudetto di Carcano che finì i suoi giorni a Sanremo, allenando i ragazzi del Carlin's Boys, e tuffandosi fino all'ultimo giorno in un mare di silenzi, dimenticato da tutti.
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