Può sembrare una rivincita. O una rinascita. Mentre sui mass-media tradizionali l'informazione sulla Chiesa va sempre più separandosi dallo specialista, il giornalista "di religione", e dal suo oggetto abituale, la vita delle istituzioni ecclesiali (a parte il Papa), la Rete pare aprire con generosità le sue maglie all'uno e all'altra. Quasi ogni comunità, dalla parrocchia alla Santa Sede, ha il suo sito e ogni sito le sue news. Le testate online dedicate prevalentemente all'informazione religiosa sono decine, e il loro editore è spesso "laico". Grandi firme di vaticanisti e giovani narratori delle storie della fede d'oggi aprono blog e siti personali, gestiscono profili su Facebook, twittano a ripetizione. I noti fenomeni che accompagnano il passaggio dagli old ai new media – orizzontalità dei rapporti, disintermediazione, partecipazione alla costruzione dei contenuti – fanno il resto. Armati di Scrittura e di Tradizione, di teologia e di magistero, firmando con nickname fantasiosi o con banali nomi e cognomi, schiere di utenti si mettono davanti allo schermo e animano appassionati dibattiti a partire dalle notizie religiose del giorno. Si va formando così un racconto ecclesiale wiki, non più scritto da pochi – che spesso partivano cronisti e finivano storici – ma frutto del contributo di tanti. «Avvenire» ha pensato che tutto questo meritasse un'osservazione attenta e assidua, chiedendomi se potevo mettergli a disposizione i miei occhiali – già un poco allenati – e offrendomi questo spazio.Io ho accettato con entusiasmo, con l'idea di condividere con voi lettori e utenti uno sguardo all'informazione ecclesiale in Rete che prima di tutto racconti quello che c'è. Con fiducia e un pizzico di simpatia, se pare sufficientemente dritto; con pazienza e un filo d'ironia, se sembra più storto. Comincio dopodomani. Anzi: ho appena cominciato.
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