giovedì 8 luglio 2021
Avolte gli scrittori ci sorprendono con insolite soluzioni linguistiche che ci fanno trasparire esigenze spirituali fortissime. Come quelle che ha vergato la penna di Colum McCann, scrittore irlandese lapsed, come dicono negli Usa (era cattolico, ora non crede), nel suo romanzo I figli del buio (Bur), nel quale racconta la vicenda di alcuni senza tetto di New York. Ecco il dialogo tra alcuni di questi personaggi: «Potrei anche disegnare la mappa della tua faccia senza lividi». «Perché fai queste mappe?» chiede lei. «Faccio mappe di ogni posto. Ho disegnato anche le mappe della mia tana». «Ma perchè?». «Nel caso che Dio mi venga a trovare». «Che cosa?». «Così potrebbe seguire i tracciati per arrivare qui». «Sarai mica un bambino di Dio o roba del genere?». «No, è solo perché lui possa venirmi a trovare».
Chissà se anche a noi è mai venuto in mente qualcosa del genere: fare una mappa a Dio, con tutti i nostri sentieri mezzi interrotti e le nostre deviazioni di vita, perché lui possa trovare la strada per incontrarci, se volesse venire a trovarci. Chissà che cartelli segnali gli metteremmo, cosa costruiremmo in queste mappe, quali snodi e bivii segnaleremmo. Sarebbe davvero curioso e un'opera singolare quella di provare a farla, questa mappa. Potrebbe riservarci delle belle sorprese.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI