Un taglio agli sprechi sulle tavole italiane
domenica 4 gennaio 2015
In questi giorni è stato speso qualche miliardo per i consumi alimentari. Ma a tavola si spreca di meno che in passato. Colpa (anzi, merito) della crisi che ha modificato le ambizioni enogastronomiche degli italiani ma, probabilmente, ha ridato una misura più concreta del valore del cibo. Fatto sta che, come molti hanno già spiegato, nel Paese stanno cambiando – non sempre in meglio, occorre dirlo –, le abitudini alimentari. Stando a Coldiretti (che ha condotto apposta un'indagine con Ixé), sei italiani su dieci hanno tagliato gli sprechi alimentari nelle feste di fine anno con la cucina degli avanzi che è tornata prepotentemente nelle abitudini alimentari delle famiglie. Diverse ovviamente le strategie per "sprecare meno": il 75% ha fatto la spesa in modo più oculato, il 37% ha ridotto le dosi acquistate, il 56% ha riutilizzano gli avanzi. Dal punto di vista gastronomico è stato il trionfo di polpette e polpettoni, da quello economico tutto questo non ha però significato un taglio della spesa ma, probabilmente, una sua riformulazione. Di fatto, solo per il tradizionale appuntamento di fine anno con la tavola gli italiani – sottolinea la Coldiretti – hanno spesoquasi 1,7 miliardi di euro, il 6% in più rispetto allo scorso anno. Senza contare che con il Capodanno i coltivatori hanno stimato in oltre 50 milioni il numero di bottiglie di spumante consumate e in 6,5 milioni di chili il peso dei cotechini e zamponi serviti assieme a 10 milioni di chili di lenticchie.Che il mercato alimentare nazionale sia comunque in cambiamento, lo si percepisce anche da altri aspetti. Come, per esempio, quello dei "saldi alimentari", cioè delle vendite di alimenti tipicamente natalizi con la formula del tre per due. Il mutamento di strutture e abitudini, d'altra parte, è anche nei numeri drammatici che indicano il crollo degli esercizi commerciali tradizionali e la crescita delle formule più avanzate di distribuzione moderna (soprattutto quelle a basso costo); così come nelle strategie di acquisto sempre di più basate sul prezzo piuttosto che sulla qualità del prodotto (salvo forse proprio nelle occasioni canoniche come le feste che si stanno concludendo). Sono questi fenomeni che fanno il mercato moderno degli alimenti.
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