Il giornalismo italiano è fatto anche di apparizioni, tanto appariscenti quanto fulminee. Giovedì scorso (8/12) è apparso, in tutta la sua strabiliante improbabilità, il principe Heinrich XIII di Turingia, 71 anni, che a quanto pare nessuno in famiglia prendeva sul serio e neanche adesso lo prenderanno, dopo l’arresto per aver progettato una cosetta da niente come l’assalto al Parlamento tedesco. La “Stampa” lo mette di taglio basso nella pagina di destra: «Il “principe nero” e gli alleati neonazisti. Fallisce l’assalto alla democrazia tedesca», mentre a sinistra c’è il grottesco auto-golpe del presidente peruviano Castillo.
Una pagina intera sul “Corriere” («Volevano assaltare il Bundestag»). Il sommario informa che il principe «per la famiglia è solo “un vecchio in stato confusionale”». Commenta Paolo Valentino, dopo aver descritto la fitta trama organizzata dall’anziano aspirante golpista: «Per essere confuso, Heinrich XIII mostrava capacità organizzative sorprendenti». Altra pagina intera sulla “Repubblica”: «Smantellata la cellula nera che voleva restaurare il Reich». “Libero” precisa: «Un arresto anche in Italia» e Carlo Nicolato chiosa: «Oggi la destra o è democratica o fa ridere». Il “Manifesto” sfoggia la sua precisione filologica rinunciando al lemma “golpe” caro agli incolti: «Sventato il putsch dei Cittadini del Reich». La notizia è enorme per “Domani” che le dedica la prima pagina, pur optando per “golpe” al posto di “putsch” (nessuno è perfetto): «Il golpe sventato in Germania mostra la minaccia globale alla democrazia».
La minaccia sembrerebbe risibile per la “Verità”, che colloca prinz Heinrich in un modesto taglio basso. Molto più rilevanti sono gli emigrati tifosi marocchini: «Il Marocco vince e l’Europa brucia». Tutti gli altri quotidiani danno rilievo invece ai tifosi marocchini presi ad allegre bastonate a Verona, che la “Verità” colloca di taglio basso. Riassumendo: la giornata è allietata – si fa per dire – da un tentato putsch o golpe, la sostanza è quella, in Germania; dalle metropoli europee messe a ferro e fuoco da tifosi marocchini entusiasti, che però a Verona sono presi a sberle risentite. Roba grossa.
Ma di tutto questo il giorno dopo, ieri venerdì (9/12), non rimane più nulla. Zero. Fu un’apparizione, chissà se è davvero successo.
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