Della professione solenne di suor Paola Maria dell'Amore Crocifisso (al secolo: Paola Velotto, 34 anni, architetto) ho letto la presentazione firmata da Rosanna Borzillo su “Avvenire” cartaceo del 15 maggio scorso e poi il resoconto in un post di Maria Elefante ( bit.ly/3yLl7vt ) sul sito di “Famiglia Cristiana”. Ma il riferimento di quest'ultima al modo in cui l'arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, ha condotto l'omelia mi ha spinto a cercare se di questa celebrazione non vi fosse per caso, in Rete, un riflesso filmato, e l'ho trovato in due luoghi: il canale YouTube di “Contrasto Tv“ ( bit.ly/3vrLhSb ), testata giornalistica campana online, e la pagina Facebook ”Monastero Cappuccine Napoli“ ( bit.ly/3hU0KXb ), la comunità di clarisse cui appartiene suor Paola. Pagina divenuta popolare al tempo della visita di Francesco a Napoli, nel 2015, quando servì alla badessa madre Rosa Lupoli per rispondere, con educata fermezza, a chi aveva ironizzato sull'entusiasmo di cui le suore napoletane, e in particolare le clarisse, avevano circondato il Papa. La celebrazione che il video riproduce integralmente è toccante come sanno esserlo quelle (dai matrimoni alle ordinazioni) in cui la Chiesa avvolge con il rito un «per sempre» dei figli di Dio. Ma se non si può vederne tutta la registrazione è il caso di andare al minuto 40 (più o meno). È lì che il vescovo trasforma l'omelia in un dialogo con suor Paola, interpellandola con tre domande: «perché hai scelto di seguirlo», «perché hai scelto di donarti totalmente» e «perché hai scelto la clausura». Delle eloquenti risposte della monaca, pagine di Vangelo vissuto, cito solo qualche frammento: «Arriva un giorno in cui basta, ci si arrende, è il Signore… Ho trovato Colui che mi ha amato, e Colui che mi ama… Uno sguardo così può chiedere tutto». Il cristiano che pronuncia solennemente il suo «per sempre» lo fa con tutto sé stesso, perché sa che non avrà un'altra occasione. È bello se, coinvolto nell'omelia, lo può esprimere anche con parole sue.