
Da dieci mesi “Aleteia” non ha più, purtroppo, un’edizione in lingua italiana, ma dal 2016 ne ha una in lingua polacca (in partnership con la “Katolicka Agencja Informacyjna - KAI”, l’agenzia di informazione che fa capo alla Conferenza episcopale). Dobbiamo a un post di questa edizione, pubblicato a settembre da Anna Gêbalska-Berekets (bit.ly/41E53uw), ripreso subito dall’edizione francofona e in questi giorni da quelle anglofona e ispanofona, la conoscenza di don Marcin G¹dek. È un sacerdote quarantatreenne in servizio presso la parrocchia della Madonna del Carmelo a Szerzyny, che coltiva sin dagli anni del seminario la passione per la fotografia e che più di recente, grazie all’utilizzo di un drone, si è specializzato in “Chiese dal cielo” – così ha chiamato la pagina Facebook (bit.ly/3tAicrM) a ciò dedicata.
Le immagini che realizza, fotografando dall’alto chiese, per lo più di montagna, in Polonia, Romania, Slovenia e anche nelle Dolomiti, spesso all’alba, sono davvero suggestive. Si capisce dalle reazioni che la sua non numerosa schiera di follower (siamo sotto ai 5mila) gli è fedele (tra 100 e 200 like ogni post). I testi con i quali accompagna le foto – talvolta poco più di una didascalia, talaltra citazioni bibliche e/o preghiere – esplicitano comunque la chiave spirituale attraverso la quale don G¹dek si aspetta che i sui scatti vengano percepiti, tanto che propone di fruirli come un «ritiro fotografico».
Non è la prima volta che incontro il binomio droni/chiese. Ma finora avevo visto volare l’apparecchio (con effetti straordinari ma anche stranianti) dentro alle chiese; e se volava fuori, era con finalità tecniche (costatare danni arrecati da calamità naturali) o commerciali (riprendere novelli sposi o cresimandi in compagnia di parenti e amici). L’idea di questo prete polacco allarga la prospettiva, e merita di essere copiata. Anche volando sulle chiese di città, quelle antiche e quelle “moderne”.
Post scriptum: con il 2024 questa rubrica, dopo nove anni di vita, si rinnova: diventa settimanale e più ampia. Cambiano la periodicità e le dimensioni, ma non lo sguardo sulla comunicazione ecclesiale in Rete: continueremo a raccontare (come promettevo nel 2014 bit.ly/3tBFXzO) quello che c’è, con fiducia, simpatia, pazienza e un filo d’ironia. Appuntamento a sabato 6 gennaio.
© riproduzione riservata
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: