«Dopo aver parlato male delle domeniche ai centri commerciali in centinaia di conferenze, eccomi al centro commerciale di Curno», scriveva don Manuel Belli in un post pubblicato su Facebook domenica scorsa ( bit.ly/3S79d98 ), che riporto quasi per intero. «In seminario oggi non si respira. E sono venuto qui a correggere le bozze della tesi. Accanto a me coppia di ottantenni che gioca a carte, lui dice che non ne ha più voglia e lei risponde che sarebbe meglio fare ancora una partita perché è lunga arrivare a sera; lui rifiuta e si sono risolti per dire il Rosario». Forte di quasi 400 reazioni (di cui 99 sul profilo personale e le altre sulla pagina "Scherzi da prete"), queste poche righe non sono solo la testimonianza, sincera e persino rassegnata, che anche i preti soffrono il caldo; sono un'istantanea di vita pastorale, filtrata dall'(auto)ironia che gli utenti del canale YouTube di don Belli hanno imparato da tempo ad apprezzare. I centri commerciali sono il luogo che, quasi per antonomasia, contrasta la santificazione della domenica, tanto per chi vi lavora, quanto per chi li frequenta. La loro stessa architettura suggerisce l'idea del tempio: tempio del consumo, ovviamente. Così, anche la temperatura-ambiente diventa un'arma per competere con le chiese, che evidentemente non sono più «fresche» come una volta (lo annota divertita una follower della pagina). Costretto a rifugiarvisi, il prete-dottorando vi scopre tuttavia un'insperata traccia di vita parrocchiale nella coppia di anziani che, dopo l'ennesima partita a carte, si mette a recitare la preghiera mariana. Per l'odierna Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, il finale di questa storia suggerisce un piccolo gesto di fraternità: andare in un centro commerciale portando in una tasca il mazzo di carte da briscola e nell'altra la coroncina del Rosario.
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