Con due post importati dall'edizione brasiliana, "Aleteia" italofono presenta un giovane oncologo che lavora a São Paulo, João Carlos Resende Trindade. Una forma speciale di testimonianza cristiana lo ha reso piuttosto popolare attraverso Facebook e successivamente Instagram (33mila follower). Due i post di cui le cronache narrano. Uno, su Facebook dall'ottobre 2021, è stato ripostato su Instagram cinque giorni fa ( bit.ly/3zc1rDx ); l'altro è del giugno 2017 ( bit.ly/3AVtGY9 ) e sta all'origine dell'attività digitale pubblica del medico. Raccontano, con parole intense, di due visite ad altrettanti pazienti gravemente malati di cancro, nei quali il dottor Resende ha visto chiaramente l'immagine di Dio. «Quanto mi ha fatto bene. Come può Dio visitarmi in quel modo? Pensavo a quanto avrei voluto poter eliminare con le mie mani ciascuno di quei tumori, e allo stesso tempo mi emozionavo perché con quella visita Dio eliminava ciascuno dei miei, non quelli fisici», scriveva nel 2017. «Era Dio, che mi dava di nuovo importanza nella mia inutile visita. Aveva le labbra sottili e secche per gli oppiacei... Ho adorato Dio, fatto di carne, ossa e cancro... Ho intonato un Padre Nostro, ma lui balbettava soltanto poche parole... E poi, dopo una breve pausa, Dio mi ha sorriso», scrive oggi. Sottolineo che l'ispirazione cristiana di questo medico traspare anche, senza essere esplicitata, in molti altri post. Come quando riassume, sotto la raccomandazione di essere empatici, «otto frasi da non dire a un malato di cancro» ( bit.ly/3RGLsEH ), da «vedrà che si rimetterà presto» a «i capelli poi ricrescono». Fino a «la sua è stata una vita lunga», sulla cui scarsa empatia il dottor Resende argomenta così: «L'età non attenua l'impatto di una diagnosi di cancro. Ogni vita è preziosa e la sua importanza non dipende da quanti anni ci rimangono da vivere».
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