Questo nostro mondo ci sta facendo davvero un brutto scherzo. Chi mai aveva visto nella storia dei nostri secoli il diffondersi della stessa malattia attraversando monti e mari senza difficoltà e con una tale velocità che non ci ha ancora permesso di trovare un mezzo per fermarlo? Centinaia di studiosi da mesi sono piegati sulla carte moltiplicando, dividendo, provando nuove formule, cose che noi non sappiamo nemmeno immaginare se non abbiamo una minima esperienza nel campo. E allora aspettiamo: chi lo fa con un po' di filosofia se ha già un'età matura, chi al contrario si dispera e non esce di casa, evita qualsiasi contatto rendendo la propria vita una prigione davvero infelice. Poi ci sono i giovani che hanno detto a se stessi che questo male non è per la loro età e così in gran parte vanno per le strade e i giardini delle città a volte tenendo la mascherina in tasca nel caso di un incontro con la polizia. «Come è bella giovinezza che si fugge tuttavia, di doman non v'è certezza...» ci facevano ripetere a scuola tanti anni fa e allora ci pareva una cosa giusta e cercavamo di godere di quel poco spazio che allora ci veniva concesso. La gioventù di oggi non ha più bisogno di chiedere alle famiglie, alla società e al tempo la propria libertà se è capace di affrontarla da sola quando il proprio spirito è già formato ad affrontare le difficoltà della vita. Questa è la prima volta nella storia dell'uomo che un male comune lo colpisce allo stesso tempo mentre le terre del pianeta subiscono cambiamenti di clima, veloci, inaspettati temporali, ore di calore mai sofferte, onde immense che si alzano d'improvviso. Ed è tutto da ricominciare. Eppure l'uomo in questi giorni fa partire per l'immenso mondo sconosciuto un nuovo missile, come un nuovo impegno per scoprire questo universo che sollecita la nostra curiosità sulla nascita e sulla fine dell'umanità che non teme il futuro, anzi lo cerca. Forse è questo aspetto dell'animo umano ancora giovane di fronte ai mondi che vediamo solo alla sera nei loro riflessi che non ci fanno temere la morte perché sappiamo di appartenere ad una umanità immensa ancora da scoprire. Come, dove? La nostra malattia è solo un passaggio, un tempo nel tempo, una via breve che lascia lacrime umane sulla terra, ma che aiuta il mondo a crescere, a perdere quella parte più povera che copre le nostre spalle e a respirare un'aria più forte, a vedere più lontano, a credere in un tempo eterno. La nostra mente è ancora così fragile e piccola che non sa come immaginare il futuro dell'uomo e ha paura, ma ci sono menti di coraggio e di fede che sapranno, come sempre, offrirci le mani per farci camminare in salita.
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