Mentre il piccolo piangeva, si è avvicinata anche Anna, la vecchia di ottantaquattro anni che vive nel tempio. Ha affiancato a loro il suo volto rugoso, ormai senza più età. La profetessa, la chiamano. In realtà non parla quasi mai. Non si muove. Un fagotto nero. Sta sempre nell'angolo vicino all'entrata. All'alba la trovi già lì, chiusa e raccolta nella sua veste nera e lisa. Il viso sempre basso, sfuggente alla luce. Se ne sta acciambellata per terra, come una cagna di Dio. Ha perso i denti. Si nutre di qualcosa che le viene portato da un'altra donna quasi vecchia come lei: in silenzio gliela mette innanzi. Non si dicono niente, continuano a dire le preghiere guardandosi un istante poi esce. Anna si è mossa dall'angolo dove se ne sta di solito a biascicare salmi e preghiere. Ha voluto vedere anche lei il bambino. Ha sentito il sacerdote Simeone che diceva cose strane. Poi l'anziana ha sollevato la mano scheletrica per toccargli il viso mentre il piccolo piangeva. Un gesto lentissimo. E ha alzato gli occhi, pezzi di cielo notturno. Non ha detto niente, ma le tremava il labbro inferiore. Una specie di sorriso è passato sul suo volto grigio. Giuseppe ha stretto il suo bambino al petto. E lui e Maria se ne sono usciti dal tempio sotto il cielo vasto, in mezzo all'altra gente.
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