In un post molto empatico, firmato da Rita Bettaglio sul blog “Duc in altum” e intitolato “Così la Messa di sempre riporta alla fede, attraverso il Mistero” ( bit.ly/3KdyPN8 ), si parla di un'iniziativa di concezione molto americana. Conoscerla è utile per soppesare l'attrattiva riscossa oltre Atlantico dalla “TLM” (acronimo confidenziale di “Messa tradizionale in latino”), ovvero dalle «forme liturgiche antecedenti alla riforma voluta dal concilio Vaticano II» (così papa Francesco). L'iniziativa è stata battezzata “The Mass of the Ages”, corrispondente all'italiano “La Messa di sempre”, e consiste nella realizzazione di una trilogia di docufilm, di cui il primo episodio, della durata di 47 minuti, è stato diffuso a partire dal 15 agosto scorso, con sottotitoli in 22 lingue ( bit.ly/3uPgq2w ), mentre il secondo è annunciato per il prossimo maggio. Si tratta a tutti gli effetti di un'azione promozionale, per la quale il sito omonimo ( bit.ly/3NSXSHp ), cercando di smussare gli inevitabili spigoli verso il Vaticano II (ma non verso la «banalizzazione liturgica» che a esso sarebbe seguita), diffonde le anticipazioni, illustra le finalità, raccoglie i fondi, fino a fornire informazioni su dove e in quale tipo di comunità si può trovare una TLM. Buona la presa del sito sui social: su YouTube innanzitutto, e poi su Instagram, Facebook e Twitter, per un totale di 60mila follower. Il primo docufilm compone la testimonianza di una giovane vedova con quattro figli (che caratterizza il suo «cattolicesimo tradizionale» sulla base della propria tensione escatologica), alcuni elementi informativi tesi a valorizzare la liturgia tridentina e numerose interviste a teologi e chierici (tra i quali qualche vescovo). Recensito positivamente dalle testate digitali del grande network EWTN, ha superato sinora su YouTube il milione di visualizzazioni.
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