Se chiedessi quale video sul canale YouTube di “Vatican News” ha ottenuto più visualizzazioni nell’ultimo mese, difficilmente credo che qualcuno indovinerebbe la risposta. Si tratta infatti del videomessaggio di 7 minuti che papa Francesco ha rivolto il 7 dicembre all'arcieparchia di Ernakulam-Angamaly dei siro-malabaresi. Pronunciato in italiano, sul canale anglofono e con i sottotitoli in lingua malayalam va verso le 77mila visualizzazioni (bit.ly/3ReBCKO), mentre sul canale italofono ne conta 23mila (bit.ly/46QqTM7). Il motivo di tanta popolarità, cui i siti ufficiali siro-malabaresi stanno contribuendo, è presto detto: l’arcieparchia di Ernakulam-Angamaly è la sede dell’arcivescovo maggiore dell’antichissima Chiesa orientale cattolica siro-malabarese, una Chiesa “sui iuris” radicata nel Kerala (India) che conta in tutto il mondo (dice il sito ufficiale bit.ly/3uY47EO) 5 milioni di fedeli.
Tale sede è al centro di uno scontro sulla liturgia unificata; non è questo il luogo in cui parlarne (per un primo approfondimento rimando al più recente articolo dell’agenzia del PIME “AsiaNews” bit.ly/484zn3e), ma basti dire che tale Chiesa si trova sull’orlo di un vero e proprio scisma. Lo attestano inequivocabilmente questi drammatici passi del videomessaggio papale: «Nel nome del Signore (…) vi chiedo di ricomporre questa rottura. È la vostra Chiesa, è la nostra Chiesa. Ristabilite la comunione, rimanete nella Chiesa cattolica!». E ancora: «Siete chiesa, non diventare setta. Non costringete la competente autorità ecclesiastica a prendere atto che siete usciti dalla Chiesa, perché non siete più in comunione con i vostri pastori e con il successore dell’apostolo Pietro».
Ma mentre viene naturale paragonare tale moderna comunicazione “in tempo reale” con quella degli scismi del passato – fatta di documenti scritti e da giorni e giorni di viaggio per recapitarli –, è interessante ascoltare con quale consapevolezza papa Francesco ha fatto ricorso a «questo modo un po’ inconsueto» di rivolgersi «al santo popolo fedele di Dio» siro-malabarese, cioè un videomessaggio. Il papa dice che ha «scritto più volte in passato», ma ha saputo «che non a tutti sono state lette le mie lettere». Per questo ha pensato di utilizzare le opportunità dirette offerte dal digitale: «Perché nessuno abbia più dubbi su cosa pensa il papa».
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