L’ idea è semplice, in apparenza. Realizzare una comunità capace di gestire l’acqua in modo corretto ripartendola tra usi diversi. Tutto seguendo un principio: l’equilibrio nello sfruttamento di una risorsa scarsa. È quello che si proverà a fare in Piemonte con l’avvio del primo progetto italiano di Comparto Territoriale ad Elevata Sostenibilità Idrica. Qualcosa, in altri termini, capace di integrare le tante e diverse richieste d’acqua,
risorsa che oggi non può più essere data per scontata.
Il progetto è frutto dell’iniziativa della Associazione Irrigazione Est Sesia (A.I.E.S.), e cioè del maggior consorzio irriguo italiano, che si è assunto l’onere dell’esperimento insieme ad Assoreca (l’associazione che rappresenta le aziende che operano nei settori dell’ambiente, sicurezza, energia, salute e responsabilità sociale) e ad Anbi che a livello nazionale raccoglie i consorzi di gestione tutela del territorio e delle acque. Perché comunque, quella che si sta avviando è, ad oggi, ancora una “prova di buona convivenza” tra usi diversi di una risorsa preziosa e quindi tra attività diverse e spesso in concorrenza tra di loro. Non per nulla, l’idea alla base di tutto è quella, viene spiegato da Anbi, di «superare la concorrenza tra settore agricolo, industriale e civile e passare da un modello competitivo ad un modello sinergico nella gestione delle risorse idriche».
Sarà certamente una bella sfida. Il progetto verrà sviluppato nell’area di Trecate e Cerano, in provincia di Novara, dove pozzi di petrolio e piattaforme logistiche devono convivere con la risicoltura tradizionale. In quel territorio, un’apposita sensoristica monitorerà le singole influenze sugli equilibri idrici. Il primo passo, in ogni caso, è già stato compiuto con una serie di studi preliminari condotti dall’Est Sesia che hanno approfondito le caratteristiche dell’area scelta. Un ambito che comprende acque sotterranee profonde e superficiali, diversi corsi d’acqua e si sviluppa intorno al Polo Industriale di San Martino, con distretti industriali anche di grandi dimensioni, oltre a centri urbani di diversa consistenza, posti in adiacenza ad aree agro-zootecniche e che l’anno scorso
sono stati fortemente colpiti dal problema della siccità. I tre promotori del progetto hanno quindi messo a punto delle linee guida per una convivenza equilibrata tra le diverse attività produttive. Che, tra qualche settimana, dovranno iniziare ad essere applicate.
«Con questo progetto vogliamo mettere a disposizione della collettività tutto il know-how accumulato nel corso della nostra storia per sviluppare un sistema di gestione dell’acqua, ispirato ai concetti dell’economia circolare», ha dichiarato orgogliosamente Mario Fossati, direttore generale di Est Sesia. Mentre Francesco Vincenzi, presidente di Anbi, ha sottolineato che tutto questo è «un primo passo per costruire il sistema idrico del futuro, non solo nel territorio piemontese, ma nell’intero Paese».
Sullo sfondo di tutto, è un clima decisamente cambiato che sottopone ampi territori – non solo italiani – a sollecitazioni prima pressoché sconosciute. Esperimento importante, quindi, quello che sta iniziando in Piemonte. Un esempio da seguire con attenzione.
© riproduzione riservata
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: