Doveva giocare in Coppa, l'Inter l'altra sera, e della partita s'interessavano solo i tifosi, già incolonnati verso San Siro per assistere al confronto con il Panathinaikos; mentre i giocatori, i dirigenti e i giornalisti parlavano d'altro. Di Drogba.
Inutili i presagi di sventura confessati alla vigilia da Josè Mourinho, conscio delle difficoltà che la pazza Inter è capace di crearsi da sola. La Champions? Vuoi mettere il mercato delle bufale e degli strapagati? E via così. Poi, a notte, facce nerazzurre anche un po' rosse di vergogna per quell'insultante partitaccia finita con cinque/sei inutili attaccanti in campo, alla "viva il parroco" (traducetelo a Mourinho).
Ce l'ha fatta lo stesso, per fortuna, la Beneamata. Ma intorno a lei continueranno a parlare di Drogba, del suo possibile arrivo dal Chelsea, dell'ennesimo ingaggio a suon di euromilioni di un pedatore esotico per una squadra che, quando va bene, fa giocare appena un italiano.
Sia chiaro: il malcostume non riguarda solo l'Inter, che fa più effetto perchè ogni anno Moratti deve ripianare il bilancio con decine di milioni. È soprattutto il mondo dell'informazione che ormai spinge verso gli "affaroni", che affaroni non sono ma servono per "tener su" l'attenzione all'edicola, alla radio, davanti alla tivù. Poi succede che l'eroe di Coppa, anch'egli in mezzo a un gruppo di ambiziosi e ricchi stranieri, risulti essere certo Brighi Matteo da Rimini, centrocampista, classe 1981, la cui vita calcistica, cominciata in C a diciassette anni, sembra sia stata programmata da un'agenzia di viaggi: Rimini, Juventus, Bologna, Juventus, Parma, Brescia, Roma, Juventus, ChievoVerona.
Quando è arrivato alla Roma, nel 2007, Brighi aveva come alternativa la retrocessione, ma si è dato da fare, nel torneo appena iniziato è diventato l'Operaio Specializzato di una squadra di ingegneri e architetti e campioni dotati di esagerata autostima, si è fatto apprezzare dai dirigenti, ha spuntato un contratto che vale un undicesimo di quel che porta a casa Ibrahimovic. E ha salvato la Roma. In campionato, risultando la chiave di volta dell'aggiornamento tattico operato da Spalletti; in Champions, segnando i gol decisivi per andare verso la qualificazione.
Questo rischia di diventare un predicozzo ma non posso sottrarmi alla voglia di dire che il gossip del calciomercato di questi tempi è a dir poco indecente. Si "ciacola" solo di soldi, nell'Italia dei valori monetari, nell'Isola dei Famosi Pedatori, additandoli al popolo degli stadi (e della tivù) come cittadini speciali che hanno il privilegio di nuotare nell'oro, mentre il mondo intorno a loro affonda nella palude del malessere. Studiare? Lavorare? Meglio giocare a pallone.
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