Massimo Viviani, alias Filippo Timi, è sempre meno presente. Ma comincia a diminuire come sfondo anche Pineta, alias Marciana Marina all'Isola d'Elba, set dell'immaginario paese che lo scrittore Marco Malvaldi (Pisa, 1974) ipotizza sul litorale pisano-livornese. La serie I delitti del BarLume è comunque tornata puntuale a Natale e a Capodanno su Sky Cinema Uno per la quinta stagione che ogni volta comprende due episodi conclusi in se stessi tanto da configurarsi come una via di mezzo tra il film vero e proprio e la serie televisiva. Non è un caso che la principale tv a pagamento li proponga sul proprio canale cinematografico principale. In quanto alla presenza del Viviani, nell'episodio del 25 dicembre (Il battesimo di Ampelio) lo si vede poco più che in un collegamento skype dall'Argentina, anche se lo si evoca spesso e non sempre con epiteti garbati. In quanto alla location, la puntata di ieri sera (Hasta Pronto Viviani) ha spostato parte della storia proprio in Argentina, a Buenos Aires. Per il resto, gli episodi appena trasmessi confermano il maggior spazio conquistato dai “bimbi”, ovvero dai quattro arzilli e terribili anziani guidati da Emo (Alessandro Benvenuti). Mentre resta invariata la formula narrativa del giallo a tinte comedy, con crimini e toni comici, suspense e humour, ma anche tanta “toscanità”, compresa qualche parolaccia a volte di troppo. Come sempre un caso di omicidio e le indagini condotte dal Commissario Fusco (Lucia Mascino) si intrecciano con le peripezie di qualcuno dei gestori del “BarLume”, in particolare di Tizi (Enrica Guidi), che continua a rappresentare il sogno degli uomini del posto e non solo. Tra le new entry torna il pedante assicuratore veneto Paolo Pasquali interpretato con grande ironia da Corrado Guzzanti, ogni tanto un po' sopra le righe come tutti gli altri attori ancora una volta agli ordini del regista anglo-pisano Roan Johnson. Infatti, rispetto ai romanzi, pur tenendo conto dei diversi linguaggi, la serie di Sky coprodotta con Palomar è molto meno raffinata proprio nel tratteggio dei personaggi. Quelli della tv, rispetto a quelli del libro, sono più caricaturali. E pensare che quando lo sono meno, diventano pure più divertenti.
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