La pagina Facebook di Paolo De Martino, diacono, responsabile dell'Apostolato biblico nella diocesi di Torino, ha un migliaio di follower; un po' più di 2mila sono gli iscritti al canale YouTube. L'autore, che cura anche il blog di commenti al Vangelo domenicale “La Parola spezzata per te” ( bit.ly/3N4a1bX ), dice sobriamente che «utilizza i social network per la riflessione biblica quotidiana e per entrare in contatto con i lettori». Appartiene alla categoria, paziente e fedele, dei “seminatori digitali”. Il seme che getta quotidianamente, di buon ora, contiene una limpida affermazione di fede su un'immagine evocativa ed è accompagnato dall'augurio di «buon mattino». In un post del 28 maggio ( bit.ly/3x2nfiF ) ha spiegato che invia quell'augurio perché «il cammino di fede non ha una meta. È il cammino la meta!», e perché ciò che conta, al di là di come ci caratterizziamo come cattolici, è arrivare all'incontro con Dio: «Se il nostro cuore non è sulle tracce di quella stella, se non siamo alla ricerca di Dio», quel che facciamo non porterà alcun frutto. Poi capita che De Martino getti altri semi, come il post pubblicato il 30 maggio ( bit.ly/3x26tkR ). Si riferisce a una scena, brevissima e bellissima, di “Decalogo uno – Io sono il Signore tuo Dio” di Krzysztof Kieslowski (l'episodio della serie, che è in dieci puntate, si trova facilmente in streaming; la scena è al minuto 19). «Nel primo dei capolavori ispirati ai Dieci Comandamenti», scrive, «il bambino protagonista, mentre sta giocando al computer, chiede alla zia: “Com'è Dio?”. La zia lo guarda in silenzio, gli si avvicina, lo abbraccia, gli bacia i capelli e tenendolo stretto a sé sussurra: “Come ti senti, ora?”. Il bambino alza gli occhi e risponde: “Bene, mi sento bene”. E la zia: “Ecco, Dio è così”». De Martino non aggiunge altro: non ce n'è bisogno.
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