Domenica su "Repubblica" (p. 1) torna Veltroni con il suo "sogno" di futuro e "L'Unità" (p. 6) annuncia per oggi la rievocazione ufficiale Pd della storia dei suoi rapporti con «la questione cattolica». Un riferimento speciale ovviamente sarà a Enrico Berlinguer. Lui sapeva bene " lo disse e scrisse più volte " che la maggioranza di elettori e forse anche di iscritti a quel Pci erano «cattolici» e perciò nel 1977 " novità assoluta rispetto a Gramsci e Togliatti " scrisse a monsignor Bettazzi di volere un «partito non ateista, non teista, non antiteista». Accanto a lui, allora, cattolici come Franco Rodano e Antonio Tatò e, tra i parlamentari, Mario Gozzini, Piero Pratesi e altri. Quel Pci ebbe allora il massimo dei consensi, fino alle cifre della Dc, e conquistò posizioni forti. Oggi alla rievocazione ci sarà proprio Marisa Rodano, e anche il mio amico don Giuseppe Ruggeri. Ottimo! Una sola domanda: realtà e magari evoluzione positiva e consapevole o solo ricordo? Beh, le intenzioni di allora paiono non solo seppellite, ma direttamente contraddette, perché il presente non è solo diverso, ma opposto. E spesso (per esempio stessa "Unità", p. 43) leggi un «noi atei» che pensa di valere per tutti. Cosa quotidiana: a p. 35 apprendi che «l'infinito è nella propria coscienza», quindi le religioni sono inutili, spesso trovi la rubrica "Dio è morto" e ogni giorno su temi in cui storia e fede cristiana hanno parole precise e forti è data per obbligatoria l'opposizione totale. La chiamano "laicità", e il malinteso è troppo insistito per non essere voluto e pilotato. Che dire? Dico, e non si sorprenderà chi conosce la mia storia, che se il "sogno" non recupera quella scelta di Berlinguer, chiunque sia il suo cantore, resta miraggio d'irrealtà.
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: