«Mamma per sempre» e «Da un uomo e una donna»: titoli in prima, ieri. Uno su "Repubblica" per Vittorio Zucconi da Washington, l'altro qui per Marina Corradi su Parigi e grande manifestazione – 800.000 persone – di domenica. Zucconi commenta le parole di Jodie Foster, causa di clamore mondiale: «Ebbene sì, lo posso dire sono… single». È single, la Foster, e dice grazie a una donna, «compagna fissa con la quale aveva cresciuto i suoi due bambini avuti da padri rimasti sconosciuti», e lo dice a una platea di «cicaleccio alcolico, attori, giornalisti… imbucati, quel mondo di narcisi e di pettegoli nei quali è costretta a vivere da 47 anni», che applaude entusiasta. Ha detto «sono single», e pur ringraziandola ha proclamato di aver lasciato «la sua compagna fissa». Fine di un amore, dunque, annuncio dato al «cicaleccio alcolico» che applaude, ma tutte le pagine offrono esultanza in modo diverso: lei è «lesbica»! Vale la pena di pensarci, a questa "deviazione" di significato sottilmente sottolineata da Zucconi: infatti dice anche che due creature, che per fortuna «applaudono» la loro «mamma da sempre», sono senza papà da sempre e per sempre. E «Da un uomo e (da) una donna»? Marina Corradi dice qualcosa vista a Parigi, ma su una realtà molto più vasta, per millenni universale e come tale accolta, molto più antica, molto più ovvia… Molto più naturale, vero? Cioè che si nasce da un uomo e da una donna: anche le due creature di Jodie Foster sono nate da una donna e da uomini, uno o due non si sa. Non lo sanno e non lo sapranno mai neppure loro… A Parigi 800.000 persone hanno semplicemente detto che non sono d'accordo con questi giochi: non solo di parole, e non solo in prima pagina…
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