Curiosità. "Libero" (10/1, p. 4): "Umberto vuole soldi anche dai maghi. Il Centrodestra dice no". Alla
Camera proposta leghista di "far pagare le tasse a maghi e imbonitori che vanno in Tv a predire futuro e numeri del Lotto": evaderebbero tasse per 6 miliardi (Ndr: sei volte l'intero 8 per mille, su cui si strilla tanto!). Ma niente da fare: "il Governo ha chiesto maggiore cautela" e "la Commissione bilancio ha congelato l'emendamento". E perché? Per tutelare "alcuni format televisivi". Leggi e, tra governo attuale e "format Tv", puoi sentire o no almeno un po' di fumo da conflitto di interessi? Altra curiosità, qui sempre di casa: la sprovvedutezza dei giornali quando parlano di religione. Ma è male comune. Leggo di una pubblicazione della "Oxford University Press", "Blind spot"(Punto cieco: quando i giornalisti non capiscono la religione)". Un'antologia di sprovvedutezze con un culmine assoluto: "nel 1994 per un posto da reporter religioso l'annuncio del Washington Post diceva che 'il candidato ideale non è necessariamente religioso o esperto di religione'"! Perfetto, e da noi roba di tutti i giorni. Niente nome del "peccatore", ma solo il peccato: ieri un Tg raccontando l'Udienza del Papa alle Giunte di Roma e del Lazio concludeva tranquillo: "Benedetto XVI ha ricordato che il ruolo delle parrocchie non è solo religioso, ma soprattutto sociale". E' davvero così? In realtà è chiaramente il contrario, e infatti nel discorso il Papa c'è un solo "soprattutto", questo: "Quanto alla comunità ecclesiale"essa propone soprattutto l'amore di Cristo"" Male comune, dunque, ma davvero nessun gaudio.
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