La e–mail con cui un sedicente avvocato londinese mi informa che, in assenza di parenti prossimi, sarei l’unico beneficiario di una strepitosa eredità che potrei riscuotere versandogli solo una modica (mica tanto) cifra per le spese burocratiche, è appena l’ultima di una serie di tentativi di truffa che sfiorano molti di noi quasi giornalmente. Il campionario è vario e colorato: figli di ex ministri ghanesi in momentanea crisi di liquidità che chiedono prestiti che ci restituiranno con gli interessi molto presto, ragazze madri ucraine con storie strappalacrime, gente che desidera regalarci viaggi o cellulari in cambio di niente. È incredibile osservare quanto la gente manipola e viene manipolata, imbroglia e viene imbrogliata. Chi fa del male non prova nemmeno un’unghia di rimorso. E chi il male lo riceve spesso si vergogna a denunciarlo per non apparire ingenuo. Diceva Totò nel film in cui cercava di vendere la fontana di Trevi: «Lo so, dovrei lavorare invece di cercare gente da truffare. Ma nella vita ci sono più fessi che datori di lavoro...». Forse in realtà ci sono solo tante persone deboli, indifese, o molto disperate. All’avvocato londinese comunque ho risposto che se mi manda un bonifico di appena mille euro, sarò poi felice di fare a metà con lui della stratosferica eredità. Attendo risposta, ma credo che non arriverà.
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