venerdì 19 novembre 2010
Una cosa è certa: Mario Balotelli ha più carattere dei suoi "supporter d'opinione", quelli che fino all'altro giovane gli davano dell'asino perché esibiva audacemente un carattere da ventenne (avendo in effetti vent'anni) capace di bravate, capricci e amorazzi; gli stessi supporter che da ieri si stracciano le vesti e compiangono le sue disavventure riassunte nei sonori demenziali "buuu" di Klagenfurt, la città per un verso nobile patria di Musil ("L'uomo senza qualità", una sorta di breviario laico) per un altro fortemente compromessa con il nazismo, fabbrica di ogni contemporanea ideologia demente. Per restare nel filone letterario, dirò che trovo più adatti all'attualità di Balotelli "I tormenti del giovane Tørless" (sempre Musil) traboccanti di realistiche emozioni adolescenziali, piuttosto che "I dolori del giovane Werther" (Goethe) che dell'amore fece una tragedia, quindi difficilmente collegabile al boccaccesco Velinario di Supermario. Nella sostanza, il ragazzo che fu dell'Inter amando il Milan e adesso gioca nel Manchester City, ha vinto coraggiosamente la sua gara contro gli stupidi e tecnicamente sul campo promettendo a Prandelli - e a noi in particolare - futuri momenti di gloria. Ce n'era bisogno, perché, provando e riprovando, il sor Cesare ci sta facendo vedere - non applaudire - abuliche squadre senza senso che all'improvviso rinvengono quando vi rientrano gli azzurri antichi come Quagliarella, l'unico che si salvò in Sudafrica. Piuttosto, mi son perso un dettaglio: non ho letto tutti i giornali, ho invece ascoltato molti commenti radiotelevisivi dai quali non ho recepito un richiamo preciso al fatto che più mi ha colpito, ovvero la presenza di "Chicco" Macheda nella Nazionale Under 21 di Ferrara (bentornato, complimenti e auguri, stavolta...) e non in quella di Prandelli, magari proprio in coppia con Balotelli a sparare "bombe" inglesi. È forse troppo giovane per la Nazionale maggiore, il romanetto di Ponte Nona, con i suoi diciannove anni che gli permettono tuttavia di giocare nel grande Machester United? Se non cambia improvvisamente idea, e non è improvvisamente rimbecillito, Sir Alex Ferguson l'ha dichiarato proprio l'altro ieri incedibile, dopo quel gol all'Aston Villa, bellissimo e per niente casuale, che ha voluto ribadire mercoledì sera con la doppietta ai turchi. La chiamata di un Ledesma fuori ordinanza, che ho criticato - senza appartenere al club dei razzisti di Klagenfurt - fin dai giorni amari del Sudafrica, ricordando quanti danni hanno fatto alla Nazionale gli oriundi negli anni Cinquanta (anno nero il Cinquantotto di Belfast), è forte espressione di una emergenza causata dai troppi stranieri importati dal calcio italiano: ma prima di ricorrere a estremi rimedi credo che Prandelli abbia il dovere di cercare più attentamente nel vivaio nazionale, che non è così povero come i disinformati sostengono. Come diceva (agli amici) Enzo Ferrari, è sempre più facile far correre gli stranieri, gli italiani sono più presuntuosi e fastidiosi. Eppoi tengono famiglia. Sarà che il mio ricordo più bello dell'Azzurro è legato a Cabrini e Tardelli... Do You Remember?
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