La fede da sempre è un “contagio buono”, un dono da cuore a cuore trasmesso per una particolare forma di contatto che si chiama testimonianza. È soprattutto questo il messaggio che ci lasciano i martiri di tutti i tempi, a cominciare da quelli dei primi secoli, come i santi Tiburzio, Valeriano e Massimo, che la tradizione collega alla testimonianza di santa Cecilia. Il primo, infatti, era il fratello dello sposo della patrona del canto, Valeriano, che si era convertito proprio grazie alla moglie ed era stato battezzato da Urbano I. A causa della loro nuova fede i due fratelli vennero condannati a morte e vennero affidati alla custodia di un ufficiale, Massimo, il quale, però, colpito dalla loro testimonianza, si convertì e così anch’egli morì martire pochi giorni dopo Tiburzio e Valeriano. Era probabilmente l’anno 229.
Altri santi. San Giovanni di Montemarano, vescovo (XI sec.); sant’Alfonso da Siviglia, religioso (XV sec.).
Letture. At 2,36–41; Sal 32; Gv 20,11–18.
Ambrosiano. At 3,25–4,10; Sal 117 (118); 1Cor 1,4–9; Mt 28,8–15.
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