Sono ancora piccoli i numeri digitali di "Sul Cammino delle Rose", progetto multimediale intorno a santa Teresa di Lisieux di cui "Avvenire" ha già raccontato, meno di due mesi fa ( bit.ly/3IVHKCg ), i contorni. Lo sono tanto quelli delle reazioni ai post sulla pagina Facebook quanto quelli delle visualizzazioni dei molti video rilasciati sul canale YouTube da tre mesi a questa parte. Ma sono certo che Andrea Tomasetto e Silvia Imperi, rispettivamente regista del nascituro documentario "In cammino con Thérèse" e sceneggiatrice del film che coronerà il progetto, non se ne fanno problema: "piccolo" è un aggettivo che si addice a questa santa; «piccola» è la donazione richiesta per partecipare al crowdfunding di sostegno al documentario ( bit.ly/35zulBv ); piccole (e belle) sono le storie che esso racconta e i cui spezzoni si vanno componendo attraverso le pagine social ( bit.ly/3pPUhQ5 ). C'è Rosanna Tabasso, consacrata della Fraternità del Sermig, che narra di aver passato «una notte con Teresa» quando, nel 2000, le sue reliquie sostarono anche a Torino; c'è Claudio Gaveglio, imprenditore, che non esita a condividere il come e il perché della propria devozione; c'è Elena Musso, archivista teche video, che si confessa affascinata dalla pietà eucaristica di Teresa; ci sono, nei filmati postati più di recente, le carmelitane madre Maria Amabile di San Giuseppe, suor Nicoletta e suor Vittoria che ci fanno partecipi di una loro conversazione quasi privata sull'amata consorella. Testimonianze da cui traspare, come dice nel suo contributo il neo arcivescovo di Torino Roberto Repole, un «modello di santità molto moderna» e che compongono un «film del reale», come si legge in un post sulla pagina Facebook. «Perché non andiamo alla ricerca di emozioni, di sensazioni (quanto mi piace Thérèse di Lisieux...), ma di fatti (nella mia vita, grazie a Thérèse, è successo questo...); non ci concentriamo sulle parole, ma sulle storie delle persone; non ci interessano i miracoli, ma le conversioni».
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