Sentito Ranieri? «Avanti così e non entriamo in Champions. Allora
vedrete che alla Roma resteranno in pochi». Vi sembrano le parole di un allenatore, di colui che deve curare il corpo e lo spirito dei pedatori? A me no. Per me è l'Intervento di un Commissario straordinario; e in effetti fin dall'annuncio del nome
del sor Claudio ho immaginato che gli americani (alias Baldini) avessero scelto non tanto il tecnico che correggesse le scelte dell'innocente Di Francesco bensì l'uomo, il personaggio, l'antico tifoso, il Cincinnato che mettesse ordine nella squadra prima di riandarsene. Ma Ranieri la Roma l'aveva vista poco, impegnato com'era nell'inutile tentativo di salvataggio del Fulham. L'avesse vista bene, credo che avrebbe rifiutato l'incarico. È, questa,
una Roma perduta, anzi: i resti di una Roma sognata - con Alisson, Strootman, e prima ancora Salah e i suoi fratelli venduti al miglior
offerente - cercano di supplire a tante assenze di qualità, ma non ci mettono il cuore perché solo due sono i «core de Roma», De Rossi che c'è e non c'è, e Florenzi ch'è forte quando è coi forti. Contro le mezze figure la Spal del coraggio (è una tradizione, già nei Sessanta la chiamavamo «la corsara di Ferrara» con soddisfazione di Pavlón Mazza) diventa squadrone, l'avete vista, e addirittura si concede sortite di casareccia magia quando il giovane Petagna si sente “chiamato” a far gol dal nonno che allenava la Spal ai tempi dei “giovani” Capello e Reja (e miei). Saccheggiando il repertorio lirico/musicale viene fuori anche una Roma Bugiarda già nelle intenzioni: un tifoso mi ricorda una battuta di Monchi, il Grande Innovatore che disse «noi non vendiamo, noi vinciamo», subito contraddetto dai fatti. E ora, tra il ballerino di Siviglia e il bostoniano Pallotta è tutto un pesante rinfaccio. La Bugiarda, pateticamente si rifugia sotto le ali del Capitano Totti al quale si attribuisce la chiamata di Ranieri. C'è tempesta, a Trigoria e dintorni, ma in un bicchier d'acqua; spariscono o faticano a tornare i toni
accesi di certe polemiche e nonostante i padroni americani che
hanno promesso grandezza si rivivono momenti da basso impero
giallorosso, come ai tempi del “Ciarra” - il Peppino Ciarrapico
traghettatore andreottiano - felicemente sfociati nella stagione di Franco Sensi, l'Ultimo Imperatore scudettato. La sentenza di Ranieri è disarmante e grave, rimanda a un fine stagione in cui va in scadenza la cambiale del futuro. La Champions dei milioni, non delle vittorie. Per il presente serve poco parlare di Karsdorp, Nzonzi, Marcano, Cristante, Pastore, Kluivert e Schick, e addolora - parlo di chi ama il calcio - il repentino tramonto di Zaniolo il Piccolo Principe.
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