Ogni generazione ha il suo e questa volta ci hanno pensato i tedeschi a riportare sullo schermo Tarzan aggiornandolo ai nostri tempi. Realizzato da Reinhard Klooss in 3D e con la tecnica della motion capture, che trasforma in personaggi animati gli attori in carne ed ossa, il film racconta di come il piccolo J.J. Greystoke perda i genitori a causa di un misterioso meteorite e venga allevato da una famiglia di gorilla fino a che una spedizione scientifica, tornata in quei luoghi per scoprire cosa è accaduto molti anni prima, scopre l'esistenza dell'uomo scimmia. La sfida era dare al protagonista la massima fluidità nei movimenti, ma il risultato generale è piuttosto insoddisfacente e tutti i personaggi risultano meccanici, goffi ed estranei al più elementare approfondimento psicologico. Ma la nota più stonata è proprio la storia che ha a che fare con un enigma dello spazio, totalmente estraneo al messaggio originario, centrato sul rapporto tra civiltà e natura. Scelta che avvicina il protagonista, convinto ambientalista, più all'Avatar di Cameron che al re della giungla creato nel 1913 da Burroughs. (A.De Lu.)
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