
Puntuale con la scadenza di legge (entro il 17 marzo) l’Inps ha messo in linea sul suo sito internet la Certificazione Unica (CU 2025) relativa ai redditi percepiti nel 2024. L’Istituto stima in oltre 26 milioni i cit-tadini, i lavoratori e i pensionati che potranno consultare e scaricare il nuovo documento e utilizzarlo per la prossima dichiarazione dei redditi.
Il modello CU 2025 è emesso principalmente in modalità telematica nell’area personale “My Inps”, come pure sull’app “Inps Mobile” per dispositivi Android e Apple iOS. I pensionati di qualsiasi Gestione o Fondo di previdenza dell’Inps possono scaricare la propria CU 2025 anche tramite il servizio on line “Cedolino della pensione”.
Il documento è tuttavia disponibile ancora nel tradizionale formato cartaceo. Lo si può richiedere al numero 803 164 (il Contact Center gratuito dell’Inps) oppure 800 434 320 da rete fissa e da rete mobile, e sarà inviato per posta all’indirizzo ufficiale di residenza dell’interessato. Inoltre, anche via pec all’indirizzo “richiestacertificazioneunica@po-stacert.inps.gov.it”.
L’Inps non dimentica poi i disabili e gli anziani che non utilizzano agevolmente un computer o che han-no difficoltà a recarsi presso gli sportelli dell’Inps o degli enti di patronato. Ad essi è riservato sul sito internet uno specifico canale per l’utenza fragile.
Anche la nuova CU 2025 offre ai lavoratori dipendenti, agli autonomi e ai collaboratori l’occasione di fare il punto sulla propria situazione pensionistica. Il modello costituisce una valida prova della esistenza e della durata del rapporto di lavoro e dei versamenti contributivi come registrati dall’Inps (Gestione Pri-vata e Gestione Pubblica) e da altri enti di previdenza. Una verifica, anche di massima, consente di indi-viduare eventuali irregolarità che di norma sono sanabili entro il termine di cinque anni, oltre i quali scatta la prescrizione (si allunga a dieci anni solo quando l’interessato denuncia il datore di lavoro). Tra-scorso il quinquennio di legge, non è più consentita alcuna sistemazione; l’ente di previdenza non può più intervenire e lo stesso lavoratore non può offrirsi di pagare contributi mancanti. Solo per i lavoratori dipendenti e i collaboratori di enti pubblici è in corso fino al 31 dicembre 2025 una sospensione della prescrizione per gli anni 2019 e 2020 (messaggio Inps 87/2025).
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