C’è chi sostiene che l’intervista sia un genere letterario. Nel caso, ovviamente, della carta stampata. Sui giornali, infatti, se non ci si limita a una trascrizione pedissequa, le risposte dell’intervistato possono essere migliorate, snellite e ritmate dall’intervistatore. Cosa impossibile nell’intervista televisiva, per la quale si può anche ricorrere al montaggio, se registrata, ma di sicuro non si possono cambiare i modi e le parole delle risposte. Ecco allora che il ruolo dell’intervistatore diventa fondamentale in prima battuta. Se dunque da una parte l’intervista è un genere letterario, dall’altra è comunque un’arte e tra chi in televisione la pratica da tempo c’è Monica Mondo con il suo Soul su Tv2000 (il sabato alle 20.50 e la domenica alle 20.30). Si dice che il programma abbia un titolo ambizioso per un’idea semplice: incontrare «fino in fondo all’anima» uomini e donne che incuriosiscono per il loro spessore culturale e umano. Protagonisti del nostro tempo, intervistati non perché famosi, ma perché hanno qualcosa di vero da dire. Però, bisogna riuscire a farglielo dire in modo televisivo e con i tempi giusti. Monica Mondo ci riesce soprattutto per due motivi: perché si documenta molto sull’intervistato e perché lo mette a proprio agio. Condizioni essenziali verificate anche domenica nelle interviste a due scienziati d’eccellenza come Massimo Antonelli, direttore del Dipartimento di terapia intensiva al Gemelli di Roma, e Mauro Ferrari, docente di Scienze farmaceutiche all’Università di Washington, con i quali l’intervistatrice ha dialogato sul contributo e sui limiti della scienza in questo periodo. Un tempo che ha condizionato tutto, anche le interviste di Soul a cui, pur continuando a funzionare bene (eccezionale ad esempio l’esegesi di Ferrari della canzone di Battisti Pensieri e parole), manca il faccia a faccia in presenza, il controcampo, mancano le inquadrature dell’intervistato di profilo con il primo piano sullo sfondo. Tutte cose che si spera tornino presto e che abbiamo rivisto con piacere il 2 giugno nella replica della bella intervista a Mario Primicerio, presidente della Fondazione Giorgio La Pira, in occasione della Festa della Repubblica.
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