«Nel vuoto cosmico i suoni non si possono propagare. Eppure gli oggetti celesti cantano o, più correttamente, vibrano e noi, dopo aver registrato queste vibrazioni, possiamo trasformarle in suoni. All'interno del sole le onde sonore vengono riflesse dagli strati che compongono la nostra stella. Ogni riflessione lascia una piccola firma ed è così che, studiando le vibrazioni alle diverse frequenze, si può capire cosa avviene nelle profondità della nostra stella». Patrizia Caraveo invita a conoscere le nuove frontiere dell'astrofisica che intende sonificare le onde gravitazionali. Sono esperimenti davvero entusiasmanti che pretendono rendere in forma di suono eventi ondulatori. E persino sonificare immagini astronomiche, introdurre quanto è percepibile alla vista attraverso l'orecchio, agire trasferimenti tra gli strumenti e i canali sensoriali. Una spinta ad osare queste straordinarie operazioni è stata data da una studiosa non vedente, Wanda Diaz Merced, nata a Porto Rico, passata dal Giappone e da Harvard e, adesso, trasferitasi in Italia, nei dintorni di Pisa. Chissà se agli orecchi di Wanda e di tutti noi, un giorno, le onde della luce, le vibrazioni del cosmo, le forme degli astri non arriveranno come la musica della voce di Dio, al principio del mondo.
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