«Tutti sembrano leggere i romanzi di Michel Houellebecq prendendoli solo per intrattenimenti un po’ inquietanti e spesso spassosi, senza capire ciò che in effetti mostrano. Al centro della rappresentazione di questo scrittore non c’è altro se non l’epoca in cui viviamo, lontana da Cristo ma anche da Nietzsche». Così Jean de Saint-Cheron, filosofo francese, ha rivalutato la capacità “profetica” del celebre romanziere Michel Houellebecq di radiografare il nostro tempo, considerato post-religioso. In un dialogo di Le particelle elementari (Bompiani) due personaggi interpretano così l’epoca a noi contemporanea: «La mutazione metafisica operata dalla scienza moderna si porta dietro l’individualismo , la vanità, l’odio e il desiderio. La soluzione degli utopisti – da Platone a Huxley – consiste nell’annientare il desiderio, e le sofferenze connesse, organizzandone l’immediata soddisfazione. All’opposto, la società erotico-pubblicitaria in cui viviamo si accanisce a organizzare il desiderio, a svilupparlo fino a dimensioni inaudite, al tempo stesso controllandone la soddisfazione nel campo della sfera privata». Ma Michel, nelle due settimane successive a questo colloquio, si porta dietro la domanda: «Come potrebbe una società sussistere senza religione? Quanto tempo ancora la società occidentale sarebbe riuscita a resistere senza una qualsivoglia religione?». Domande che aleggiano anche nel nostro presente.
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