Parte di un polittico del pittore Giovanni di Paolo, da lui composto nel 1440, pensato per la Chiesa di San Domenico a Siena e oggi al Metropolitan Museum di New York, il Paradiso conta tra le sue massime bellezze la frontalità con cui donne e uomini raffigurati si guardano, una volta sciolti gli abbracci stretti dopo essersi ritrovati. Sono sguardi reciproci e limpidi, sebbene offuscati dalla commozione: sguardi di chi si riconosce, e nel riconoscersi sperimenta la gioia di un ritrovamento vagheggiato, molto atteso, solo infine realizzato nella gloria della vita eterna. Sguardi di fratellanza e di sorellanza, sguardi che nell’invenzione pittorica riescono a far trapelare la densa, luminosa verità di cosa sia ritrovamento, commozione dell’abbraccio. Uno accoglie, l’altro si accosta; uno sussurra in un orecchio, l’altro si sporge per meglio ascoltare. Stanno raggruppati a due, a tre; come tutto l’insieme – è un polittico di comunanza – il loro ritrovarsi è quieto, appagato, vibra emozione. I cuori traboccano dopo la prova di lunghissime distanze, lancinanti nostalgie. I sorrisi sono tenui, increduli ma così certi – certi d’amore. E tutto sono gli occhi a dirlo, quelli a parlare, nella felicità estatica del tornare a vedersi, loro guardando, a riconoscersi.
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