domenica 26 agosto 2012
“Gli eredi di Togliatti senza fissa dimora”. Così il titolo di Il manifesto (venerdì 24), che. per i 48 anni dalla morte di Palmiro Togliatti, fa la storia della storia del "Migliore". Già l'Unità (mercoledì 22, giorno anniversario), con un articolo di Michele Prospero (filosofo della politica alla Sapienza, Roma), ne aveva descritto il fallimento politico: «Insisteva […] su "due strumenti che [sono parole di Togliatti] oso chiamare infallibili, perché la storia stessa più recente lo ha dimostrato: i nostri principi e la nostra organizzazione"». A questo giudizio Il manifesto altri ne aggiunge, ripescati qui e là: un articolo del 1981 di Giorgio Napolitano, ancora lontano dalla Presidenza; un "Addio a Togliatti e al socialismo reale" su l'Unità (1989); un discorso di Achille Occhetto (1988) che, inaugurando a Civitavecchia un monumento a Togliatti, «non aveva trovato di meglio che bollare quest'ultimo come "inevitabilmente corresponsabile" dello stalinismo» (a proposito dell'infallibilità...). Sull'Unità, Prospero aveva parlato del Pci di Togliatti come di «una macchina esemplare che ha funzionato a lungo come una riserva di democrazia"». Ma Il manifesto lo rimbrotta: «Cosa c'entra il partito di massa di togliattiana memoria [...] ritagliata sui "Quaderni" di Gramsci, con l'odierno partito delle primarie e degli eletti a tutti i livelli?». Già: la democrazia interna inesistente nel Pci. Il manifesto voleva certamente difendere la pericolante memoria di Togliatti, invece le ha dato il colpo di grazia: «Ci si chiede perché [i suoi pochi epigoni] siano rimasti senza una vera casa». Di tutta la sua opera politica non è rimasto neppure un modesto abituro.SENZA PIÙ APLOMBSe ne è già parlato: da quando, su Il Fatto Quotidiano, risponde a letterine che hanno tutto l'aspetto di essere scritte da lui medesimo, Furio Colombo ha perduto l'aplomb, che era la sua dote migliore. Domenica scorsa aveva definito «Sharia in versione papale» la richiesta dei vescovi di rispettare l'obiezione di coscienza contro la pratica dell'aborto. Mercoledì 22 ha parlato della «guerra omofobica del "collerico cardinale di Parigi"», André Vingt-Trois, il quale, chiedendo di pregare che nessun bambino nasca senza un papà e una mamma, manifestava «la pretesa della Chiesa cattolica di trasformare la sua teologia in legge dello Stato»; e giovedì se l'è presa con Comunione e Liberazione per il suo Meeting «di argomento spirituale». Ma non pretendiamo troppo: è comprensibile che chi scrive «olà» invece di «ola», «pò» con l'accento ed «e» invece della «è» del tema del convegno riminese, possa avere qualche problema di comprensione per un «un meeting di argomento spirituale». IL BRIVIDO BLACK«Gli spot più belli non li vedremo», scrive Libero (venerdì 24) con palese rammarico: sono quelli «politicamente scorretti, ma vincenti» in un concorso pubblicitario annuale, e ne mostra le foto, tutte di pessimo gusto. La peggiore è quella di "Vanish" («E la macchia svanisce»), che mostra un «Before» (prima): la foto della Sindone con l'impronta del corpo di Gesù; e un «After» (dopo) completamente sbiancato. Commento: «Tutti i soggetti premiati mi danno un brivido di piacere nero, ma quello in particolare lo appenderei in casa».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: