A volte i laicisti si contraddicono pubblicamente senza accorgersene. Su La Repubblica (lunedì 9) lo scrittore anglo-indiano Salman Rushdie si occupa della "violenza del mondo nascosta dalle parole". Per esempio: «L"espressione più brutta introdotta nella lingua inglese è stata extraordinary rendition», letteralmente consegna straordinaria, ma che la Cia usava per «definire gli arresti illegali in Europa». In Vietnam si usava "mortaly response" per dire uccisione. Hitler parlava di "soluzione finale" per dire forni crematori. In Serbia si usava "pulizia etnica" per significare genocidio. È la medesima logica su cui si fonda l"antilingua (in inglese antilanguage), cioè le parole dette per non dire quello che si ha paura di dire. L"interruzione volontaria di gravidanza, la pillola del giorno dopo, la fecondazione assistita, il pre-embrione, i pacs " tutta tipica terminologia laicista " hanno molte sorelle in giro" C"è dell"altro. È noto che il laicismo propugna il pluralismo etico contro l"idea di morale naturale, cui contrappone quella di morale prodotta dalla cultura. Bene: sul Venerdì di Repubblica (13 gennaio) a chi chiede "che cos"è la morale" Scalfari risponde: «Il fondamento della morale deriva da un istinto primordiale che è proprio di tutte le creature viventi ["] trae origine dall"istinto di sopravvivenza della specie ["] è insito nella coscienza di ciascuno». Dov"è finito il fondamento culturale?
DAL PAPA PER IL THÈ?Contro il Papa, che agli amministratori pubblici romani ha detto quel che pensa di aborto e pacs, sono insorti i soliti noti. Il Manifesto: «La chiesa cattolica è la madre o perlomeno la zia di ogni autoritarismo e totalitarismo d"occidente ["] il Papa entra a gamba tesa nel dibattito politico italiano ["] il fuoco di sbarramento papale è tipico di una mentalità totalitaria». Pensieri (?) in libertà. Più diplomatica Repubblica: «Aborto, parole di troppo», perché Benedetto XVI «ha parlato ai rappresentanti delle istituzioni» e dunque non ha avuto «rispetto della legittima autonomia delle realtà temporali». Ma che cosa avrebbe dovuto dire il Papa agli amministratori della città di cui è vescovo? Da lui Veltroni, Marrazzo e Gasbarra vanno per ascoltarlo o per prendere il thè?
FILOSOFIA MINIMASul Sole 24 Ore (domenica 8), il filosofo Armando Massarenti nella sua rubrichetta dal titolo "Filosofia minima", ha creduto di smentire il Papa per la sua citazione del salmo 138, che parla dello sguardo di Dio sull"uomo ancora informe nel grembo materno, del quale vede e conosce il futuro. E ha tentato di filosofare sulla prescienza divina, che limiterebbe la libertà dell"uomo, ma anche sulla responsabilità di Dio nei mali dell"uomo che non interviene a evitare. Un filosofo dovrebbe saper distinguere tra onniscienza e predestinazione, tra onnipotenza e cinismo. E capire che, se l"Onnipotente si riducesse a fare il tappabuchi dei guai degli uomini, non sarebbe più il Dio che per amore ha creato l"uomo libero, e non semplice marionetta. No, per Massarenti Dio non è onnisciente: «Forse, chinandosi sull"embrione di un Hitler, gli può sfuggire qualche sviluppo [...] In fondo nessuno è perfetto». Potrebbe darsi, ma allora è lecito supporre che, chinandosi sul suo embrione, Dio abbia visto che Massarenti avrebbe fatto filosofia, ma gli sia sfuggito che questa sarebbe stata minima.
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: