Ho già dato conto qui delle ripetute volte in cui Facebook mi ha invitato ad acquistare articoli liturgici, quali paramenti e ostie. Ho così potuto scherzare sul fatto che il modo in cui utilizzo il social network, i like che metto, i profili degli amici, le pagine che seguo suggeriscono, evidentemente, alla squadra di robot di Mark Zuckerberg che sono un prete (sebbene le informazioni che io stesso ho rilasciato dicano loro che sono sposato, e anche con chi) o che, se non sono un prete, ho sufficiente familiarità con i preti da poterne influenzare le scelte quanto al “consumo” di beni liturgici. Sempre in tema di inserzioni dichiaratamente sponsorizzate (è di queste che sto parlando) ieri lo stesso Facebook mi ha sorpreso segnalandomi la presentazione di un libro gnostico, ovviamente avvenuta in una libreria esoterica. O meglio di un libro che, dice il testo sotteso al lungo video su Youtube a cui rimanda l'inserzione, «si rivolge a chi ha provato ad avvicinarsi alla gnosi seguendo, senza riuscirvi, gli insegnamenti della Chiesa ufficiale e a tutte le persone che negli ultimi anni hanno sentito parlare, spesso in modo distorto, di un cristianesimo alternativo e vorrebbero saperne di più». Non ho provato ad avvicinarmi alla gnosi, né seguendo gli insegnamenti della Chiesa, né disattendendoli; e non vorrei saperne di più di quel che già so, anche se di molti, e non di un solo, «cristianesimi alternativi» ho effettivamente sentito e tuttora sento parlare. Quindi non sono tra i destinatari del libro. Ma, se ci penso bene, mi pare più comprensibile l'errore dell'algoritmo gnostico rispetto a quello dell'algoritmo liturgico. Essendo uno che, sia pure per dovere professionale, cerca in Rete notizie relative ai cristiani, alla loro fede e alle loro Chiese su un orizzonte piuttosto vasto, capisco che un robot, che in fondo è un sempliciotto, possa dedurne l'idea che si tratti di una ricerca insoddisfatta. E poi, si sa, un bravo venditore ci prova sempre.
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