Il New York Times pubblica un reportage fotografico da Bergamo, intitolato "We take the death from morning till night", "Abbiamo raccattato morte dalla mattina alla sera", firmato dal fotografo Flavio Bucciarelli. Non so come ci sia riuscito, ma l'autore è entrato negli ospedali, nei cimiteri e perfino nelle case della Bergamasca. Ha ripreso abbracci nei cimiteri vuoti, e capezzali di moribondi. Su una foto in particolare mi sono soffermata. Un malato sui sessanta, sdraiato nel suo letto in una casa come tante. Febbricitante, l'uomo ha sul capo una borsa del ghiaccio, il volto sfinito, lo sguardo assente. Sul muro alle sue spalle c'è una immagine della Madonna. Le lenzuola sono sfatte, come dopo un'aspra interminabile notte. Vicino alla mano lo sconosciuto ha un cellulare. Mi è sembrato di avere già visto quell'immagine. Accanto al paziente stanno gli operatori dell'ambulanza con tute e maschere. Ma, tagliando l'inquadratura al solo uomo stremato con la Madonna sopra di lui, ho capito: è una scena che ho già visto tante volte, negli ex-voto nei santuari. In quei quadri dipinti con mano ingenua che raccontano di bambini ripescati vivi dal fiume, o scampati a terribili incendi. O di malati che, nel loro letto, storditi dalla febbre, vedono avvicinarsi la morte. Che immagine antica: come se il tempo a Bergamo fosse tornato ad evi di pestilenze. Negli ex-voto però c'è sempre, in un angolo in alto, un volto di Madonna o di santo che, invocato, fa la grazia. Certo, non sono cose che il più sofisticato obiettivo possa riprendere. Eppure mi chiedo in quante case di Bergamo o Brescia quell'invocazione ci sia stata. E se fra mesi o anni a Caravaggio o in altri santuari non arriveranno ex-voto, in cui sul letto c'è anche uno smartphone d'ultima generazione. Perché le grazie accadono anche nell'era digitale - a chi è così umile e audace da domandarle.
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