Nel Pianeta delle scimmie, film del 1968 con Charlton Heston, due astronauti rientrano sulla terra dopo un esperienza nell'universo in un arco di tempo che a loro era sembrato breve, mentre sul nostro pianeta erano passati dei secoli. Al loro arrivo delle scimmie intelligenti li fanno prigioneri. Ma ecco la fuga dei due astronauti che cercano di scoprire su quale pianeta siano scesi, quando improvvisamente vedono la Statua della libertà distrutta nella sabbia e capiscono di essere sulla Terra, sconvolta da una guerra nucleare. Questo quadro immaginai di vedere leggendo le attività del Capo del Governo della Corea del Nord mentre gettava i suoi missili al di là del suo paese per forzare i popoli liberi a cadere in questa guerra mai dichiarata. Il suo popolo impoverito da anni dalla dittatura ha bisogno di sentirsi più forte degli altri e lo appoggia immaginando di essere ascoltato nelle sue richieste non ancora dichiarate. Il problema è finito a quando metterà a repentaglio la vita della sua gente e la nostra se non otterrà una attenzione positiva dai paesi liberi. Perché questo è certamente lo scopo di tanto rumore. Nell'attesa auguriamoci che non venga un errore di calcolo in questi lanci in modo che non scoppi quella guerra atomica tanto temuta e tanto predisposta nelle caverne del nostro pianeta. Ma guardiamo anche alle buone notizie: Il “Corriere della Sera” ha iniziato la pubblicazione, un giorno alla settimana, di un inserto di 35 pagine dove ci propone la lettura di solo “buone notizie”. Ha avuto la sensibilità di ascoltare il bisogno dei suoi lettori di avere anche notizie positive del mondo in mezzo a tutte le negatività che i mezzi di informazione ci inviano ogni giorno e ogni ora. L'umanità è piena di atti di valore, di bontà, di altruismo in gran parte sconosciuti o che hanno un'eco breve e limitato nello spazio e nel tempo. Il bene si imita, come avviene con il male, è il darne notizia è certo un atto di buona volontà e di intelligenza. Quando lavoravo accanto a mio padre, un giorno dopo aver letto per lui la rassegna stampa del mattino, allora così impegnata nella dura polemica chiesi perché non c'era un giornale che pubblicasse solo buone notizie. «Vuoi provare? mi disse, difficilmente si troverà in questo momento così pieno di rivendicazioni, di profondo dolore per le perdite della guerra, chi sia disposto a cercare il bene piuttosto che la vendetta. È già faticoso cercare la vita della pace degli animi, non solo armi». Auguri oggi al nuovo inserto del “Corriere”.
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