Fosse stato un angelo, Lucio Dalla, sarebbe stato «alto, biondo, invisibile, che bello che sarei». Da angelo, Dalla volerebbe «zingaro libero, tutto il mondo girerei». Mica però Canarie e Maldive: «Andrei in Afghanistan, in Sudafrica», e in tempi di guerre fredde e calde pure «a parlare con l'America, se non mi abbattono anche coi russi parlerei…». Però sarebbe stato un angelo dispettoso. Eccome. Avrebbe fatto pipì «sui nostri traffici, sui nostri dollari, sulle nostre belle fabbriche di missili»! E «mai nelle processioni o nelle scatole dei presepi»… Poi a Dio, l'angelo Lucio avrebbe detto persino «I potenti, che mascalzoni… Cosa fai, li perdoni? Allora sbagli anche Tu…».
Accettando il rischio di diventare diavolo, sì, tanto sapeva che «gli angeli sono milioni di milioni, e non li vedi nei cieli ma tra gli uomini, sono i più poveri e i più soli, quelli presi tra le reti…». Il fatto è che Chi sta lassù no, non si sarà arrabbiato per l'invenzione dell'angelo Lucio. In fondo, quell'angelo cantava e ancora canta: «Se tra gli uomini nascesse ancora Dio, gli ubbidirei amandolo… ma a modo mio!». Semmai, Chi sta lassù avrà scosso la testa sorridendo, come faceva il Cristo con Don Camillo; perché lo sapeva bene che, come capita solo ai puri, quel matto d'un cantautore aveva capito tanto, forse tutto.