Secondo me erano d'accordo, ovvero ne avevano già parlato nelle tristi ore del commiato: Eto'o non se ne andava sbattendo la porta spaventato da Gasperini (gasp!), anzi (Anzhi...); e Moratti si arrendeva a malincuore alla forza del denaro sostituitasi inattesa alla forza del destino che aveva portato il campione camerunese all'Inter per un capriccio di Guardiola. In quelle ore convulse, con i media agitati per la notizia in un mercato stracco, davanti alle cifre offerte dal dittatore/parasceicco Suleiman Kerimov, Eto'o e Moratti s'erano lasciati - come capita agli innamorati - con la promessa di rivedersi (telenovela nerazzurra, sullo sfondo le note di “Vola colomba”). Massì - avevano detto - se l'ha fatto il Milan con Beckham, perchè non noi? Se non altro per il freddo che c'è lassù... Sì, secondo me avevano già parlato del crudo inverno del Daghistan, come se Milano fra gennaio e marzo somigliasse alle Maldive. Vuoi mettere Appiano con il ritiro dell'Anzhi Makhachkala? Parole, parole, parole buone per riempire un giorno di una settimana senza calcio, con la benedetta Nazionale che sì, splende in Europa, ma vuoi mettere quanti ascolti e copie ci fa perdere? La saggezza di Prandelli? Una rottura di scatole. Il blocco juventino? Aspetta e spera... Il disagio di Cassano? Eccolo là, il Fantantonio, sul lettino a due piazze dello strizzacervelli accanto a Ibrahimovic. E intanto l'Inter fatica a digerire la smazzolata napoletana... Massì, riportiamo a casa Eto'o con le liste di gennaio per due mesi, e gli facciamo giocare anche il derby. Scandalizzato? Non troppo. Col calcio che corre, ci sta un Eto'o bimestrale e altro. Però che fenomeno, il camerunese: gli altri si stressano, lui no, lui è lucidissimo, anzi, raffreddatissimo, ed è pronto a far l'eroe dei due mondi con quel sorriso che nemmeno Virna Lisi, ai suoi tempi... Sapete chi si stressa davvero? Il tifoso: il poveraccio che ormai è mobilitato sette giorni su sette e deve scegliere se mangiare tutti i giorni o andare allo stadio o pagare la pay-tv; e decidere se assecondare la voglia di campionato, di Champions, di Europa League: o di mandare a quel paese tutti... quelli che il calcio. Lo stanno massacrando. E fanno le squadre “on demand”, dimmi chi vuoi e te lo darò, con un supplemento, magari, come Sky in Hd; un mese solo ti vorrei, magari due, come vorrebbe fare il basket a Bologna, pronto a mettersi in casa Koby Briant finché può, trasformando l'Onorata Virtus negli Harlem Globetrotters. C'era una volta la bandiera, non c'è più. C'era una volta il “mio” campione, non c'è più, ne prendo uno in prestito; c'era una volta la Squadra... Beh, lasciamo perdere... Nessuna critica a Moratti, per favore: ci aveva pensato, al provvisorio ritorno di Eto'o, prima di incassare ieri il Pensiero del presidente russo: «Eto'o in prestito all'Inter è uno scenario che non esiste neanche in un incubo». Ma per soldi se ne è andato e per soldi, al solito, tutto può succedere. Vedrete.
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