Le notizie culturali allarmanti possono essere divertenti: ma i nostri divertimenti mentali arrivano spesso a essere allarmanti. Le infinite cose che si dicono online (magari su di noi) è meglio non saperle. Un giovane poeta che apprezzo mi disse tempo fa: «per la mia salute mentale, ignoro Facebook». Allarmante resta comunque l’idea lanciata da Karl Kraus un secolo fa: il presente ha valore retroattivo, quindi se diventiamo più stupidi o cattivi o maniacali anche il passato ne risente. Umberto Eco ce l’ha insegnato: se diamo troppa importanza ai fumetti, finiremo per credere che anche l’Iliade e la Bibbia siano un fumetto.È per questo che trovo istruttivo il libro di Flavio Santi Aspettando Superman. Storia non convenzionale dei Supereroi (Gaffi). Il novecentesco e sempre attuale Superman allunga la sua ombra sull’intera storia della nostra cultura, e così Ercole e Achille diventano interessanti solo perché sono i suoi precursori. Trascrivo qui una riflessione di Flavio Santi che compare nelle ultime pagine del libro: «i ragazzi strafatti di cocaina e droghe sintetiche che sfrecciano per le strade nella notte fonda del sabato sera non si sentono supereroi? (…) non credono di essere Batman sulla Batmobile? È la tecnologia della velocità a farli sentire così. E la caduta delle barriere tra vero e falso, esperienza reale ed esperienza virtuale li precipita in una perenne illusione di immortalità. Illusione che finisce tragicamente alla prima curva imboccata male».Penso da tempo che purtroppo sia questa l’allegoria più elementare e allarmante del culto della velocità. Velocità per andare dove? Tutte le protesi tecnologiche vengono pubblicizzate e vendute come moltiplicatori di un potere che brucia il tempo e dilata lo spazio all’infinito. Quello che manca è il perché. L’eroe antico rischiava sempre la hybris, il superamento del limite consentito, ma agiva entro una cornice morale, un ordine cosmico. I nostri supereroi sono caricature eccitanti e insensate. Un divertimento per bambini, che però domina anche gli affari e le industrie degli adulti.
© Riproduzione riservata