Non è mai perso il tempo che spendo, in Rete, a leggere i contributi, peraltro misurati per quantità e frequenza, della pastoralista Assunta Steccanella ( tinyurl.com/y9x6kp4v ). Ma le riflessioni che mi ha suscitato uno dei suoi ultimi post su Facebook ( tinyurl.com/yb5xc6m7 ) non discendono tanto dal contenuto (si tratta di un post telegrafico e dichiaratamente formulato sulla base di un moto di irritazione, del quale l'autrice non ci racconta l'origine), bensì da tutto ciò che esso, con i commenti che ha guadagnato, racconta a proposito di Chiesa, Rete e opinione pubblica.
Il post lamenta la natura pretestuosa delle obiezioni che si sentono a proposito della postura da assumere a messa durante la preghiera del Padre nostro: «Prendersi per mano no, lo fanno i protestanti»; «Il gesto dell'orante no, che ci mettiamo alla pari con i sacerdoti», concludendo con una battuta: «Io a questo punto proporrei uno sputo in un occhio al vicino e ognuno per i fatti propri, ok?». Le reazioni sono complessivamente superiori alla media del profilo: 32 like e affini. I 18 commenti si articolano su una gamma che va dall'adesione immediata e piena al contenuto del post, al fraintendimento, a un sostegno argomentato e moderato, fino a un'educata ma ferma e non discutibile opposizione.
Dopo averli letti tutti, apprezzo la natura aperta del gruppo di "amici" che si incrociano in questo profilo: pur evidenziando una certa omogeneità, non pare un gruppo esclusivo né escludente. Poi il rispetto: anche se l'argomento suscita una certa passione negli interlocutori, nessuno di loro trascende veramente, al massimo ci si concede qualche ironia. Da notare l'orizzontalità: si capisce che la competenza di coloro che commentano ha gradi diversi, ma chi prende la parola lo fa fidando semplicemente sul fatto di essere credibile. Quanto al merito, vedo che il tema liturgico è sentito tuttora come (abbastanza) centrale. E che alla fine ogni nostra discussione pubblica si modella sullo spartiacque tra "moderni" e "antimoderni".
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