giovedì 3 febbraio 2022
Nel giro di pochi giorni, lo scorso novembre, ho fatto proprio un sacco di cose. Terza dose del vaccino anti Covid, esami del sangue, visita cardiologica, vaccino antinfluenzale. Un bel check-up quasi completo. Nessunissima reazione ai vaccini, neanche il più piccolo disturbo, elettrocardiogramma impeccabile, valori delle analisi tutti nella norma, come mai prima. Sparita anche ogni traccia residua di diabete. Mai stato meglio. Se non fosse per il piccolo, marginale e in fondo trascurabile dettaglio che ho la Sclerosi laterale amiotrofica, insomma, potrei dire che scoppio di salute.
Ma non posso dirlo, chiaramente. Non è un bel vivere. Cerco in tutti i modi, come posso e per quel che posso, di resistere alla depressione, alla disperazione, ma non è che sia facilissimo. Quando tutto il mondo che conosci si riduce al muro che hai di fronte, o in alternativa al soffitto – dipende dall'inclinazione dello schienale del letto a cui sono inchiodato ormai ineluttabilmente da marzo dello scorso anno –, è realmente difficile non impazzire. Da allora non riesco a vedere neppure un piccolo spicchio di cielo, perché non posso neanche più girare il collo per guardare dalla finestra e rubare uno squarcio di cosa c'è fuori. Il mio mondo, ormai, è ridotto a questo, e al tavolino sul quale viene poggiato il computer, mio unico tramite per dire che ancora ci sono. Non ho più la patente, cosa che per me era impensabile ("Io che non guido? Mai, impossibile, guiderò fino al mio ultimo giorno!", mi ero sempre detto), e anche se l'avessi rinnovata non potrei guidare, così come non ho più il passaporto, altra cosa inconcepibile per me.
Tirando le somme, sono molte le cose che non ho più, grazie alla Sla. In compenso però ora ho il Green Pass. Non so bene cosa ci potrei mai fare, ma ce l'ho. E, onestamente, quando leggo o vedo in televisione delle proteste dei No Green Pass, e le loro deliranti motivazioni, li prenderei tutti schiaffi, a due a due, finché non diventano dispari, come si dice a Roma.
Forse salvarmi da depressione e pazzia è alla fine la perdurante consapevolezza che, in fondo, nella mia vita "passata" ho fatto un sacco di cose. Ho letteralmente girato più di mezzo mondo, ho fatto il lavoro che avevo sognato da bambino, e ho una meravigliosa famiglia che mi è stata sempre vicino quando non c'ero, e anche adesso, che ci sono fin troppo. E alla fin fine, cosa puoi volere di più dalla vita?
(66-Avvenire.it/rubriche/Slalom)
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