Essere un elefante con una stazza non più grande di quella di un gatto di casa non è una gran cosa se si vive nella giungla - dove si sa, nessuno è tenero - e quelli della tua famiglia sono grandi pachidermi. Non importa se per il resto hai tutte le carte in regola, sbatti le orecchie, dondoli la proboscide e strombazzi con quell’appendice esattamente come fanno gli altri. Le dimensioni contano. È quel che accade al piccolo elefante che, nato nella giungla più estrema dell’India, non trova vita facile: nessuno vuole avere a che fare con lui, per il resto solo sghignazzi e derisione.
Al punto che il piccoletto decide di cambiare aria e trasferirsi in una grande città. Le cose non vanno meglio perché anche lì un elefante piccino piccino è una creatura troppo diversa da come uno se l’aspetta. Imbarazzante. Per essere accettato occorre mascherarsi, camuffarsi, tradire la propria identità, con il rischio però di essere a propria volta traditi e due volte umiliati. Riuscirà l’elefantino a trovare una casa e una famiglia che lo accetti e lo ami per ciò che è? L’elefante più piccolo del mondo è un albo delizioso, datato 1959 opera di Alvin Tresselt e Milton Glaser, due giganti della letteratura per l’infanzia, autori americani ed entrambi icone del design e della grafica, entrambi vincitori di numerosi e prestigiosi premi. Da poco nelle librerie italiane grazie a Orecchio Acerbo (13,50 euro), per la gioia dei più piccolini. Dagli 8 anni
Dedicato ai bambini che come Vannina adorano i dinosauri, una passione che spesso diventa vera e propria mania. La bambina non si diverte se non con i pupazzetti dei grandi rettili preistorici di cui possiede una collezione, primo tra tutti il suo adorato Dino, velociraptor piumato di peluche, amico del cuore che sa sostenere le sue paure e la sua solitudine. Un giorno ai giardinetti, mentre come al solito gioca alla preistoria con tutti i suoi dinosauri, Vannina trova tra i cespugli uno strano uovo che porta a casa e nasconde nell’armadio.
Non esattamente una buona idea, perché dal guscio incrinato in breve spunta un singolare mostriciattolo. Un ramarro tropicale? Un’iguana del Sudamerica, una lucertola africana o, per caso, un piccolo esemplare di velociraptor? Il fatto è che il cuccioletto cresce a vista d’occhio è perennemente affamato e ha pure un odorino giurassico poco piacevole. Gionni, così l’ha chiamato Vannina , fa furore tra i bambini della spiaggia, ma le sorprese non sono finite qui. Che un vero dinosauro sia approdato dal lontanissimo passato? La bambina Giurassica e l’amico misterioso (Mondadori; 14 euro) è un libriccino indicato per chi muove i primi passi nella lettura, nato dalla passione personale di Vanna Vinci, che da bambina sognava di fare la paleontologa. Dai 5 anni