Sara, Matilde e Stephanie: la notte rosa delle pioniere
domenica 6 dicembre 2020
«Notte rosa, sembra sia esplosa...», canta Umberto Tozzi, dal 1981. Anni in cui le donne iniziavano a raccogliere i primi frutti delle secolari battaglie per il riconoscimento della pari opportunità. Ed è stata un'autentica esplosione al femminile nell'universo sport. Una settimana rosa in cui finalmente, una arbitro di calcio donna ha diretto un match di Champions. A qualche maschilista distratto (“uomo anni '50”) ricordiamo che Juventus-Dinamo Kiev è stata affidata al fischietto della signora Stephanie Frappart. Evento storico: è il primo direttore-direttrice di gara nella massima competizione europea. Nata 36 anni fa a Herblay, villaggio di 26mila abitanti in Val-d'Oise – regione dell'Île-de-France – la Frappart era già stata la prima donna ad arbitrare una partita di calcio maschile Uefa: la finale di Supercoppa Chelsea-Liverpool. E dopo l'ennesima prova internazionale, giudizio unanime, in campo e in tribuna: «Una fuoriclasse!». Storia di una predestinata che arbitrava già, e alla pari, con i colleghi della sezione maschile sin da quando aveva 13 anni. Era ancora più piccola Matilde Villa, millennial del 2004, quando annoiata di assistere alla partita di basket del fratello, lei e la gemella – omozigota – Eleonora presero la palla a spicchi e cominciarono a tirare a canestro. Da allora non hanno più smesso. Insieme, le due ragazzine di Lissone sono diventate delle protagoniste del campionato di Serie A. Apparecchio ai denti, scendono in campo con la maglia del Limonta Costa Masnaga (squadra Unicef). Eleonora è brava, Matilde fa la differenza: è appena entrata nel “guinness” dei primati nazionali con i 36 punti segnati in 34 minuti (più 8 rimbalzi e 4 assist) contro le esterrefatte – ma neanche troppo – ragazze della Dinamo Sassari. Come Matilde nessuno mai, in rapporto all'età e ai punti realizzati. Cifre che giustamente alimentano il suo sogno: «Un giorno mi piacerebbe giocare nella Wnba», la Nba femminile. Con 19 punti di media a partita, può farcela. Cecilia Zandalasini, suo punto di riferimento, ce l'ha fatta: ha giocato una stagione con i Minnesota Lynx (ora è in Turchia al Fenerbache). «Una fuoriclasse Matilde», come il difensore della Juventus Women Sara Gama. Madre triestina, padre congolese, la capitana bianconera ha raggiunto un traguardo senza precedenti. L'Aic del neopresidente Umberto Calcagno – succede a Damiano Tommasi – (in bocca al lupo), ha scelto la Gama come prima storica vicepresidente del sindacato dei calciatori. Mai scelta fu più azzeccata, Sara è nata “politica”. Nello spogliatoio di Vinovo, non a caso, le sue compagne la chiamano “Barak OGama”. «Una fuoriclasse Sara», dice in coro il mondo del cinema e della tv costretto a piangere Sara Melodia, splendida sceneggiatrice e direttore editoriale di Lux Vide. Sara è volata via per sempre, a 46 anni, lasciando il marito Lorenzo e le loro tre bambine. Una nuvola nera in questa lunga notte rosa, che chiudiamo con i versi di Alda Merini: «Sorridi donna, sorridi sempre alla vita, anche se lei non ti sorride».
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