martedì 25 aprile 2017
Esercizio difficile, fare l'elenco di tutte le persone a cui dobbiamo essere grati. Si è tentati di restare in superficie, di ricordare chi ci ha fatto occasionalmente bene e per cose di poco conto. E magari si dimenticano contributori decisivi che con il loro consiglio o il loro aiuto hanno orientato la nostra vita, del cui più e meglio tendiamo a rivendicare tutto il merito.
Essere davvero grati è una fatica improba. Ai bambini insegniamo la formalità del grazie, non il sentimento pieno della gratitudine. Quello non può essere insegnato: lo si può solo provare e mostrarsi mentre lo si prova.
Il mio personale elenco presenta alcuni omissis clamorosi. Negli elenchi di altri vorrei figurare, ma quel grazie non mi è mai arrivato. I fili sono stati recisi.
Essere grati comporta accettare che molto "indipende" da noi, per dirlo con una magnifica espressione della scrittrice Clarice Lispector. Il caso si presenta spesso nelle sembianze di un altro o un'altra capace di cambiarci la vita. Le sliding door sono soprattutto incontri che capitano.
Saper dire grazie, riconoscere l'interdipendenza e il fatto di dovere ad altri grande parte di ciò che siamo comporta che chiniamo il capo, accettando di essere bisognosi e incompiuti. Di non consistere, fuori dal tessuto fitto delle relazioni. Ma alla lunga niente rende più forti.
Grazie, Partigiani.
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