«Premetto che è richiesta cautela, da parte di persone che non appartengono alla comunità dei cattolici, nel parlare di decisioni come questa»: cioè della proclamazione della santità di Madre Teresa. Di più: «Si tratta di riti interni a una confessione religiosa che non riguardano gli estranei». Fatta questa duplice e anticipata liberatoria, che sembra una dichiarazione di rispetto e di non intervento, Corrado Augias sparla con parole altrui della nuova Santa. Sceglie, cioè, colui che di Teresa ha scritto le peggiori insultanti assurdità: lo scrittore e filosofo iconoclasta inglese Christopher Hitchens, noto per il suo feroce ateismo (il libro Dio non è grande è suo). Riportare qui quelle assurdità sarebbe un insulto a Madre Teresa e perfino allo stesso Hitchens, perché i defunti hanno diritto al rispetto e non possono replicare alle imputazioni. È lecito invece esprimere stupore e sdegno per chi raccoglie il peggio di ciò che stato scritto di una benefattrice dell'umanità, amata e venerata in tutto il mondo e riconosciuta tale anche dai "laici" gestori del premio Nobel per la Pace. Senza prove e ignorando la cura e lo scrupolo con cui sono svolti i processi canonici, di fatto costui accusa la Chiesa di incompetenza, falsità e demagogia. Vedi la conclusione di Augias: «Come nel caso di Padre Pio, le ambiguità non mancano». Lui non lo sa, ma è sicuro che, nonostante tutto, il perdono di Teresa e di Pio non mancherà. Purché la smetta.«QUID EST VERITAS?»Cade qui a proposito qualche nota sul progetto di Maurizio Belpietro, ex direttore di Libero, che (Il Giornale e Italia Oggi, mercoledì 7) promette per il 20 settembre l'uscita del suo nuovo quotidiano: La Verità. Questa testata è la stessa (in russo) della Pravda, il più importante e noto giornale del comunismo internazionale, assai poco coerente con il suo nome. Nel complesso, voluto o no, le due scelte di data e testata sono un bell'azzardo, che fa pensare e rimanda all'interrogativo di Pilato: «Che cos'è la verità?». Lo sa davvero il mondo? Ma soprattutto, viene da chiedersi, lo sanno giornalisti e laicisti?SATIRA SENZA LIMITI?Trovare la verità nella satira non è impresa facile. A proposito delle nuove, ignobili vignette di Charlie Hebdo sui morti del terremoto del 24 agosto, La Repubblica sostiene (giovedì 8) che «nella satira i limiti non ci sono, se ci fossero non sarebbe più satira». La realtà è che i limiti ci sono e li troviamo dappertutto sulla Terra. Per gli uomini sono scritti a chiare lettere nelle Scritture. Diceva l'Antica: dopo Dio «amerai il prossimo tuo come te stesso» (Lv 19,18) e la Nuova che da «questo comandamento dipende tutta la Legge e i Profeti» (Mt 22,39-40). Spesso la satira se n'infischia, ma qualche volta si accorge che la pena è anticipata, illecita e spropositata. Ma perché amministrata da altri uomini.
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