Il prossimo anno i sacerdoti iscritti al Fondo di previdenza per il clero dovranno versare i contributi obbligatori, utili per la pensione, nei nuovi importi aggiornati da un decreto ministeriale pubblicato il 3 ottobre scorso. L'importo annuale sale dagli attuali 1.741,08 euro a 1.760,24 con un aumento netto di 19,16 euro. In realtà il decreto fa riferimento alla contribuzione ricalcolata e definitiva per l'anno 2019. I precedenti contributi per il 2019, che finora sono stati versati a titolo di acconto, sono stati rivalutati dell'1,1%. Questa percentuale non deriva dall'andamento del costo della vita, ma corrisponde – come stabilisce la legge del Fondo Clero – all'aumento medio di tutte le pensioni sacerdotali pagate dall'Inps nel 2019. I tempi tecnici per questa elaborazione richiedono che sia prima consolidato il bilancio dell'anno. Questo giustifica il ritardo con il quale avviene la rivalutazione dei contributi. Inoltre, lo sfasamento dei tempi fa sì che l'importo definitivo del 2019 debba poi applicarsi per il 2020 e 2021 a titolo provvisorio. Ne consegue anche che l'Inps dovrà verificare i versamenti finora ricevuti per ogni sacerdote e richiedere un conguaglio sul già versato. Una prossima circolare dell'Istituto di previdenza fornirà le relative istruzioni. I pagamenti per il 2021 assumono questi nuovi valori: il contributo bimestrale è di 293,37 euro, il frazionamento mensile è di 146,69 euro. Per gli assicurati nel Fondo durante il 2019 e il 2020, è richiesto un conguaglio di 1,60 euro per ogni mese di iscrizione. Il conguaglio per i due anni interi ammonta pertanto a 38,32 euro. Sono soggetti al conguaglio anche i nuovi pensionati che hanno ricevuto il primo assegno in uno dei mesi del 2019 o del 2020. Per gli iscritti al Fondo aventi diritto alla remunerazione o all'assegno di previdenza, i conguagli saranno effettuati tramite l'Istituto centrale per il sostentamento del clero. Invece provvedono direttamente alle differenze contributive i sacerdoti non inseriti nel sistema di sostentamento e solo per i mesi esclusi dal sistema. L'Istituto centrale provvederà anche per i sacerdoti italiani in missione all'estero (fidei donum) e per i sacerdoti stranieri che sono in servizio in Italia a tempo pieno per una cooperazione missionaria alle diocesi italiane o per l'assistenza religiosa alle comunità etniche in Italia.
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