mercoledì 2 marzo 2022
Ho conosciu-to Russell Kirk nel settembre 1991 (come passa il tempo...) nella bella casa briantea dello scrittore Eugenio Corti. Kirk aveva già pubblicato due importanti saggi su Studi cattolici ed era accompagnato dalla bellissima moglie Annette che gli aveva dato quattro figlie. Annette aveva una vistosa treccia nera, retaggio di antiche ascendenze indiane, forse irochesi. Dopo la morte del marito (1994), Annette tuttora si occupa, come presidente, del Russell Kirk Centre che mantiene viva l'attenzione per il pensiero di Russell, sbrigativamente etichettato come neoconservatorismo. È un pensiero che si rifà a Edmund Burke (1729-1797) e arriva a T. S. Eliot, conosciuto da Kirk nel 1953, rimanendone affascinato. Da allora mi sono sempre interessato a Kirk, il cui testo fondamentale, The Conservative Mind (1953), è ormai un classico. Mi ha fatto molto piacere, dunque, una nuova edizione italiana di The American Cause (D'Ettoris Editori, pagine 184, euro 16,90), a cura di Paolo Mazzeranghi, con introduzione di Gleaves Whitney. Russell Kirk scrisse quel testo nel 1957, impressionato dall'apprendere che i soldati americani prigionieri nella guerra di Corea, non sapevano spiegare ai loro aguzzini il perché si trovavano lì a combattere. L'editore italiano ha preferito non tradurre il titolo originale - letteralmente, La causa americana - perché in italiano, «causa» non rende il significato che Kirk intendeva: «Scopo, compito e missione degli Stati Uniti nel mondo». In dieci brevi capitoli, Kirk spiega che la missione americana sia di «conservare un modello di giustizia in un'era di feroci ideologie e di progetti bizzarri». Tre sono i gruppi di idee che caratterizzano la fisionomia di qualunque popolo: 1. Le sue idee sulla relazione fra Dio e l'uomo, sulla virtù e sul vizio, sull'onore e il disonore; 2. L'insieme di convinzioni politiche sulle quali un popolo si regge: le sue idee sulla giustizia e l'ingiustizia, sulla libertà e sulla tirannia, sui diritti personali e sul potere, sul problema del vivere assieme in modo pacifico; 3. L'insieme di convinzioni economiche che un popolo possiede. Per Kirk, che nel 1963 si convertì al cattolicesimo, «la civiltà ha origine dalla religione: la morale, la politica, l'economia, la letteratura e le arti di ciascun popolo hanno tutte un'origine religiosa». E gli Stati Uniti sono una nazione cristiana. Quanto alla morale, si basano sui diritti e i doveri naturali, trovando in ciò convergenza con i non cristiani. Anche in economia, seguono (dovrebbero seguire) il principio di «una libertà ordinata». Nonostante l'eccessiva stringatezza, spero che questa esposizione susciti qualche curiosità o addirittura qualche pensiero. Come Kirk ricorda nel primo capitolo, «Demostene, il grande patriota ateniese, gridò ai suoi compatrioti quando sembravano troppo confusi e divisi per resistere contro il tiranno di Macedonia: "In nome di Dio, vi supplico di pensare"».
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