Già dal nome – "Torneo di Natale" – si capisce il tono della manifestazione. Un quadrangolare di calcio in cui sono coinvolte squadre di bambini. Categoria esordienti, giocatori nati negli anni 2004, 2005 e 2006. Al centro sportivo Flaminio di Spoleto si stanno sfidando la Ducato, formazione di casa, e il Campitello, squadra di Terni. Sugli spalti tanti genitori, fra cui il presidente del Coni di Terni, Stefano Lupi, il cui figlio è in campo. Per i bambini è un divertimento, al di là del risultato. Per i genitori sugli spalti, per gli allenatori e i dirigenti, invece, conta vincere.
Ed è per questo che dopo un fallo non fischiato, si scatena un'autentica rissa fra allenatori e dirigenti che dal campo ben presto – complici insulti e parole grevi – si trasferisce sugli spalti: un tesserato dei locali scavalca la recinzione e si scaglia contro i genitori ospiti che lo avevano aggredito verbalmente. Lupi, aiutato da altri genitori rimasti estranei al parapiglia, riesce ad evitare che qualcuno vada in ospedale, ma alla ripresa della partita molti i bambini, che avevano assistito attoniti alla scena, non vogliono più giocare. Alcuni addirittura riconsegnano la divisa.
Lupi esterna su Facebook la sua critica a chi rovina anche il calcio dei bambini. La società Ducato, dal canto suo, avvia le indagini: «Ricostruiremo la vicenda, se qualcuno ha sbagliato è giusto che paghi». Ma intanto la lezione di etica sportiva l'hanno data i figli ai genitori.
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