C’è chi ne è convinto: quando le risorse scarseggiano, gli italiani che finiscono trascurati sono quelli che non votano. Illazioni e cattiverie? Intanto però i bambini, pur essendo sempre di meno, non trovano posto negli asili nido; e le scuole si arrabattano. Il “Giornale” (16/3), titolo: «Le mense dell’orrore», con Maria Sorbi racconta del blitz dei Nas: «Hanno passato in rassegna 1.058 mense in tutta Italia, dagli asili nido alle scuole superiori: 341 sono state bocciate e in “pagella” hanno riportato parecchie violazioni penali e amministrative». Cibi scaduti e mal conservati. «Per 22 società di servizi mensa è scattato il reato di frode». Puntano al risparmio: chi propone il contratto a scuole e Comuni, e chi lo accetta. «I più “furbi” hanno anche truffato sulla qualità dei prodotti utilizzati: non quelli dichiarati al momento della firma del contratto». Si sa che un alimento congelato costa meno di quello fresco promesso… Meno risorse, dove tagliare? Sulla “Repubblica” (17/3) il titolo dell’inchiesta di Ilaria Venturi riassume uno dei problemi della scuola post Covid e ai tempi dell’inflazione, in cui tutto costa di più ma le risorse restano quelle di prima: «”Viaggi troppo cari”. Per un alunno su due la gita scolastica è tabù», ma così questa diventa «la scuola delle disuguaglianze», dell’esclusione e non dell’inclusione. Niente Vienna, pazienza; ma anche una più vicina meta italiana può diventare impossibile per molte tasche, specialmente per le famiglie con più figli a scuola, perché poi sono sempre le famiglie numerose a rimetterci più delle altre. Obiezione possibile: la gita in fondo è qualcosa di superfluo… Luigi Sofia, professore toscano, osserva: «La gita va difesa, per capirlo basta solo la ragazzina cinese che in viaggio per Firenze ti dice: prof, non ero mai stata in treno».
Capitolo Jacovitti. Due indizi fanno una prova? “Domani” (14/3), con la ricca pagina di Giovanni Scipioni dal titolo: «Uno spirito libero», arriva in ritardo sul centenario della nascita, però arriva, unico quotidiano non di destra. Ma, pur citando tanti personaggi nati e cresciuti sul “Vittorioso”, anche “Domani” riesce a non citare mai la gloriosa testata per ragazzi dell’Azione cattolica. Se non temessimo l’accusa di paranoia, cominceremmo davvero a pensare al complotto.
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